Poco meno di mezz'ora di intervento per tracciare i passaggi che nei prossimi mesi consentirebbero una migliore amalgama alla neonata maggioranza M5s-Pd e soprattutto per invitare l'ex segretario Matteo Renzi a rimanere all'interno dei Dem, perché "sono casa tua" e non esistono "scissioni consensuali". Dario Franceschini, ministro della Cultura, tra i maggiori tessitori dell'accordo che ha dato vita al nuovo esecutivo di Giuseppe Conte, ha chiuso la tre giorni di AreaDem, l'anima moderata del Pd, nell'ex convento di Sant'Agostino a Cortona.
Dallo stesso palco dove lo scorso anno aveva portato il sostegno della sua corrente alla corsa di Nicola Zingaretti verso la segreteria del Pd, Franceschini ha lanciato un'agenda di temi e appuntamenti per provare a costruire la fiducia reciproca con il nuovo alleato di governo a 5 Stelle, lo stesso con cui per sua stessa ammissione "ci sono anni di aggressioni reciproche e violente".
A supporto arriva una citazione del Talmud presa in prestito da Erri De Luca: "Dobbiamo costruire la casa comune con i sassi che ci siamo tirati contro". Il primo test per un passo in avanti nell'intesa della nuova maggioranza potrebbero essere le elezioni regionali in Umbria il prossimo 27 ottobre.
Il leader pentastellato Luigi Di Maio con una lettera a 'La Nazione' ha aperto al sostegno ad una "giunta civica" con un passo indietro delle "forze politiche di buonsenso". Uno slancio definito "molto importante" dal leader di AreaDem. Ma il passaggio più atteso dell'intervento del ministro è nel finale, con l'invito all'ex premier Renzi a non uscire dal partito: "Non farlo, il Pd è casa tua e casa nostra, è di tutti. Il popolo della Leopolda è una parte del grande popolo del Pd. Non separiamo questi popoli, non indeboliamoci spaccando il partito".
Anche perché, sottolinea Franceschini: "Non voglio credere a questa cosa della scissione, questa cosa ridicola della scissione consensuale che ho letto sui giornali oggi. Ma come può essere una scissione consensuale se spacchi il partito". Il finale poi è un plauso a Nicola Zingaretti: "E' stato il segretario più generoso e inclusivo che ci sia mai stato".