Il testo del ddl anticorruzione deve essere approvato così com'è, l'Aula della Camera deve dare il via libera allo stesso testo licenziato dalle commissioni, salvo piccole modifiche ma assolutamente concordate. È la linea dei 5 stelle, dopo che il governo è stato battuto su un emendamento a scrutinio segreto, che modifica il ddl nella parte relativa al reato di peculato, rendendolo piu' 'morbido'. Linea messa nero su bianco dal capogruppo pentastellato, Francesco d'Uva: "Va trovata una soluzione, il ddl va approvato senza modifiche oppure possiamo anche andare tutti a casa". Meno catastrofista la linea dell'alleato di governo, con Matteo Salvini che derubrica quanto accaduto in Aula in "incidente di percorso" e garantisce: "Ora acceleriamo e approviamo il ddl anticorruzione".
Priorità contrapposte
Al momento, però, spiegano fonti di maggioranza, non c'è una soluzione condivisa sul tavolo. E spunta l'ipotesi della fiducia, con un maxiemendamento che sostituisca interamente il testo all'esame dell'Assemblea di Montecitorio, riportandolo al contenuto originario, ovvero senza la norma modificata dall'emendamento a prima firma Catello Vitiello, ex M5s poi espulso perché massone e quindi passato al Misto. Ma c'è il rischio di 'ingolfamento' dei lavori, con il decreto Sicurezza, ancora all'esame della commissione Affari costituzionali e sul quale 'pesano' oltre 600 emendamenti e le perplessità di una quindicina di pentastellati, che chiedono di rivedere alcune norme. Se governo e maggioranza, infatti, dovessero porre la questione di fiducia sul ddl anticorruzione, rischia di slittare il decreto Sicurezza, che deve approdare in Aula venerdì. Insomma, M5s e Lega si potrebbero trovare di fronte a una scelta di priorità, e mentre il decreto Sicurezza è caro alla Lega, il ddl anticorruzione lo è per i 5 stelle.
Un probabile calendario
Analizzando il timing dei lavori di Montecitorio, quindi, la strada della fiducia appare stretta, sempre che l'ipotesi venga condivisa da entrambi gli alleati di governo. Il calendario dell'Aula prevede che entro stasera venga approvato il ddl anticorruzione, poi giovedì pausa per consentire alle commissioni, in particolare la prima, di lavorare e terminare l'esame del decreto Sicurezza. Venerdì discussione generale e poi probabile fiducia, da votare tra lunedì e martedì. Dunque, se il governo dovesse porre la fiducia anche sul ddl anticorruzione, se ne potrebbe riparlare solo dopo il via libera al decreto Sicurezza, a meno che non lo si faccia slittare alla prossima settimana. E su tutto, va ricordato, incombe la sessione di Bilancio.
Al momento, spiegano fonti di maggioranza, una soluzione non è stata individuata, anche perché pesano i sospetti reciproci e i diversi nodi ancora da sciogliere che 'incombono' su entrambi i provvedimenti: sul ddl anticorruzione la Lega chiede modifiche alle norme sui partiti, ma l'intesa non è stata ancora trovata. Sul decreto Sicurezza sono alcuni M5s a chiedere modifiche. Viene poi spiegato che ci sarebbe all'interno della maggioranza chi suggerisce di proseguire con la tabella di marcia già fissata, e porre rimedio a quanto accaduto ieri alla Camera in occasione dell'esame da parte del Senato. Soluzione che metterebbe al riparo dal rischio 'ingorgo' e da due voti di fiducia consecutivi su due diversi provvedimenti.
Sul tavolo resta anche l'ipotesi di un tour de force in Aula domani e giovedì, per chiudere il ddl anticorruzione e passare, come da calendario, al dl Sicurezza da venerdì. Ma serve una conferenza dei capigruppo o comunque un accordo tra i capigruppo per modificare il calendario. E resterebbe in stand by il dl Sicurezza in commissione, visto che i deputati sarebbero impegnati in Aula: ne conseguirebbe l'impossibilità per il decreto caro a Salvini di rispettare i tempi previsti, salvo che la maggioranza non decida di bissare il tour de force anche nel week end.