“Bisogna prepararsi all’eventualità di un’altra cordata”. Per il governatore della Puglia Michele Emiliano ArcelorMittal ha già deciso di lasciare l’ex Ilva e lo farà e per capire che Taranto non sarebbe stata una sua priorità bastava considerare “quante acciaierie avevano in Europa”.
In un’intervista al Corriere della Sera il presidente della Regione Puglia dice anche che la società indiana che gestisce la più grande acciaieria in Europa “non abbandona mica per l’immunità penale”, una cosa – per altro – “che non esiste in nessuna parte del mondo e che stava per essere esaminata dalla Corte costituzionale”. Per Emiliano, semmai, il vero motivo della ritirata dal fronte di Taranto di ArcelorMittal è da ricercarsi nella “crisi generalizzata del settore che ha indotto l’azienda a ritenere di aver sbagliato a stipulare il contratto”. Perché secondo l’ipotesi del governatore è che la società indiana avesse acquisito l’ex Ilva “per acquisire clienti e quote di mercato”, presupposti che poi si sono rivelate fallaci.
Ma l’ipotesi di un’altra cordata rischierebbe di prolungare i tempi dell’assegnazione sulla base di un nuovo bando e di una nuova gara. Secondo Emiliano questo problema non sussiste, perché una gara la “si può fare anche in tempi brevi ma “si può provare anche a chiamare la cordata arrivata seconda”. Cioè Jindal che prometteva la decarbonizzazione dell’area, ipotesi cara sia a Emiliano che a Renzi, ma poi il ministro dell’epoca, Carlo Calenda, preferì ArcelorMittal. E anche Jindal, in ogni caso, aveva chiesto chiedeva l’immunità per gli errori commessi dalle precedenti gestioni della fabbrica già Ilva.
Ci sono margini perché ArcelorMittal ritorni sui propri passi e le proprie decisioni? Alla domanda Emiliano risponde “non lo so” per poi aggiungere che “di certo il governo italiano non può accettare un ricatto occupazionale e ambientale” in quanto i due temi vanno di pari passo “e nessuno meglio di noi pugliesi lo sa”, chiosa il governatore “in onore delle migliaia di persone morte prematuramente a causa dell’impatto ambientale di quella fabbrica”.