Tutti in campo, e pazienza se gli sportivi non potranno votare. Calcio, pallavolo e basket non si fermano nonostante le elezioni politiche di domenica, che per la prima volta dal 2001 non prevedono le urne aperte il lunedì. Così, per gli atleti delle squadre impegnate in trasferta, tornare in tempo per votare sarà molto complicato. “Da molti anni comandano le tv, è un dato di fatto”, commenta l’Associazione Italiana Calciatori secondo cui i calendari vengono condizionati dalle richieste delle emittenti televisive a pagamento.
Una corsa contro il tempo
“Secondo me riescono a votare tutti – spiega Tiziano Mauri dell’ufficio stampa della Lega Calcio di serie A – perché sei squadre giocano al sabato, due scendono in campo la domenica alle 12.30, un orario che consente loro di arrivare in tempo ai seggi, e alla sera giocano due squadre milanesi. Per loro c’è tempo al mattino. Rimangono 12 squadre, di cui la metà gioca in casa. Le sei in trasferta dovrebbero riuscire a tornare nelle proprie città entro le 21. Se i seggi chiudono alle 23, chi vuole ha tutta la possibilità di votare”. Ma sarà una corsa contro il tempo: il Crotone ad esempio sarà di scena a Torino, i calciatori della Fiorentina dovranno tornare nel capoluogo toscano da Udine, e quelli dell’Hellas Verona dovranno affrontare i 700 chilometri che li separano da Benevento.
Calcolare il rischio di “astensionismo forzato” è comunque difficile. Per farlo dobbiamo tener conto degli aventi diritto tra i calciatori, che naturalmente non sono tutti. Secondo i dati del sito Transfermarkt, nel massimo campionato italiano la percentuale di stranieri è del 54,1%: una buona fetta dei 529 atleti complessivamente impiegati non è dunque chiamata a votare, e oltretutto non c’è alcuna certezza che gli aventi diritto abbiano spostato la residenza nella città in cui lavorano. “Non abbiamo un censimento di dove votano tutti i calciatori”, spiega Mauri.
“Troppo tardi per rinviare le partite”
Il presidente di Assocalciatori Damiano Tommasi, nelle scorse settimane, aveva invitato a cercare una soluzione per consentire a tutti di votare. Ma ad accogliere l’invito è stata solo la serie C, la terza lega italiana, che ha spostato in blocco le partite al sabato, consentendo ai propri tesserati di avere il tempo per muoversi la domenica. Nulla da fare per la serie A: calendari immutati. Il motivo? Qualche giorno fa il commissario straordinario Giovanni Malagò aveva spiegato a La Gazzetta dello Sport che non c’erano più le condizioni per gli spostamenti delle partite: “Tecnicamente impossibile, ci è stato chiesto troppo tardi”. Meno problemi per la serie B che, già normalmente, gioca il sabato. Le urne rimangono difficili soltanto per i calciatori di Bari, Venezia ed Empoli che giocheranno in trasferta. Tra i dilettanti la scelta è invece in mano alle singole società che possono chiedere lo spostamento delle partite. Complice il maltempo, altro motivo di rinvio di alcune gare, in totale sono 35 gli incontri dei nove gironi di serie D ad aver cambiato data.
The show must go on
Anche le squadre di pallavolo e di basket scenderanno in campo domenica, con buona pace del diritto al voto da salvaguardare. “No, non possiamo fare nulla perché non è prevista la trasferibilità del voto”, commenta Mauri alla domanda se la Lega Serie A si occupi di tutelare la possibilità di andare alle urne. Come detto, è difficile calcolare se verranno persi voti sui campi sportivi. La questione però rimane, perché non è comunque soltanto chi scende in campo a dover affrontare il problema voto. Ci sono allenatori, come quello della Sampdoria Marco Giampaolo che nei giorni scorsi aveva invitato a una riflessione sulla difficoltà a votare in queste situazioni. E poi i membri degli staff delle società, i professionisti che per lavoro seguono eventi del genere in trasferta, oltre naturalmente ai tifosi.