C'è chi si affida al motto freddo e chi alla frase a effetto, chi riecheggia slogan d'importazione e chi rivernicia i vecchi appelli. C'è chi confida sulla sobrietà della comunicazione, perché reputa l'essenzialità efficace, e chi sulla diversificazione dei messaggi. Ma per tutti, sempre più rilevante è il ruolo attribuito ai social network, come una volta fu per la sola televisione.
Ecco di seguito quali sono gli slogan prescelti dai maggiori partiti per l'appuntamento con le elezioni del 4 marzo prossimo.
PD: niente effetti speciali
Niente effetti speciali o promesse mirabolanti. Il Partito democratico punta la sua campagna elettorale su quanto fatto dai governi Renzi-Gentiloni per guardare al futuro. Il segretario dem lo va ripetendo ad ogni occasione, sicuro che quello che si gioca in questa campagna elettorale sia un derby tra “responsabili e avventurieri”.
Nella prima campagna elettorale completamente social oriented, il Partito Democratico si affida all'agenzia di comunicazione pugliese Proforma, vecchia conoscenza di Matteo Renzi per il quale curò la campagna delle primarie 2013 denominata #Cambiaverso.
Il contratto è stato siglato lo scorso luglio, durante una riorganizzazione della comunicazione che riportò al Nazareno anche l'ex portavoce del Renzi sindaco di Firenze, Marco Agnoletti, e il braccio destro Matteo Richetti.
L'obiettivo dichiarato, si legge nel profilo Facebook dell'agenzia, è sperimentare la possibilità di un linguaggio nuovo per la politica italiana. Per l'appuntamento del 4 marzo il 'claim' prescelto è essenziale, perfetto quindi per rimbalzare da una bacheca all'altra: "Scegli il Pd". Al fianco dello slogan principale, tuttavia, ci sarà una serie di messaggi a tema: “Vota la scienza”, "Vota la Cultura", "Voto il Lavoro", "Vota l'Europa", e così via secondo i punti qualificanti del programma.
M5S: una frase, tre verbi
La campagna elettorale M5s è partita ufficialmente il 27 novembre: un post sul blog di Beppe Grillo per annunciare l’avvio del tour di Luigi Di Maio in tutta Italia, con un'attenzione particolare al nord e al mondo delle imprese. Il giro italiano di Di Maio è stato battezzato ‘Rally per andare al governo’ ed è condotto in solitaria dal candidato premier M5s: questa volta al suo fianco non c’è Beppe Grillo, che ha lasciato a Di Maio il testimone di capo politico ed è rimasto Garante del Movimento, decisamente defilato dalle piazze. E poco Davide Casaleggio. Anche se, secondo quanto si apprende, Grillo potrebbe essere più presente per una decina di giorni nella volata finale che precede il 4 marzo.
Lo slogan della campagna è 'Partecipa, scegli, cambia' ed è stato lanciato all'evento di Pescara il 21 gennaio. Nel 2013, per lo Tsunami tour – Grillo leader girò con il camper per poco più di un mese, toccando poco meno di 100 città italiane – tanti erano gli slogan: ‘Nessuno deve rimanere indietro’, ‘Tutti a casa’ e quel ‘Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno’ che tante volte gli altri partiti gli hanno rinfacciato come promessa caduta nel vuoto. Poi, nel 2014 per le elezioni Europee, forti del risultato dell’anno precedente alle politiche, lo slogan era stato un netto #VinciamoNoi: ma non portò bene perché i 5 Stelle portarono a casa un debole 21% e la Rete ironizzò con un #VinciamoPoi.
Dietro la campagna elettorale di quest’anno di Di Maio, nessuna agenzia pubblicitaria spiegano da M5s. Le idee e i consigli fanno tutte riferimento al capo della comunicazione, Rocco Casalino.
FI: una frase, tre sostantivi
Il più famoso fu “Meno tasse per tutti”. Ma Berlusconi in quasi venticinque anni di campagna elettorale si è servito di diversi slogan. Tra questi “Per un nuovo miracolo italiano”, “Una scelta di campo”, "La forza di un sogno: cambiare l'Italia”, “Rialzati Italia!”.
Questa volta si è affidato a pochi concetti, riassunti nel più classico dei manifesti (comparsi in Lombardia poi tra qualche giorno appariranno su tutto il territorio) che il Cavaliere ha sempre utilizzato in vista del voto. Il formato e’ il 6×3. “Onestà, esperienza, saggezza”: la scritta è in bianco a caratteri cubitali, lo sfondo è azzurro, il logo è quello di Forza Italia con il tricolore e la scritta “Berlusconi presidente”.
L’ex premier anche per questa campagna elettorale, combattuta soprattutto a colpi di interviste radio e comparsate tv, si è affidato ad Antonio Palmieri, deputato FI che ha allestito una vera e propria squadra social. L’ex presidente del Consiglio utilizza Twitter, Facebook e Instagram. Proprio su Instagram ha mostrato in anteprima il simbolo di Forza Italia per le elezioni del 4 marzo.
Quanto al programma, il Cavaliere si è invece avvalso anche del Centro studi liberale, il think thank di Ferri, parmense, classe 1975, ex vicepresidente dei giovani di Confindustria. E’ quest’ultimo che ha studiato la flat tax al 23%. Tra le new entry nella squadra Alberto Barachini, giornalista del Tgcom24 che cura la comunicazione e gli appuntamenti del Cavaliere. Berlusconi per le candidature ha visionato più di duemila curricula, servendosi – si racconta nelle fila azzurre – anche di una società di consulenza che fa a capo a Bruno Ermolli, da tempo uno degli uomini più ascoltati ad Arcore al pari di Confalonieri e Letta. Ma per questa campagna elettorale il vero 'deus ex machina' è Niccolò Ghedini, di fatto una sorta di coordinatore azzurro al quale è stata data la delega, affiancato dai due capigruppo Romani e Brunetta, di stilare le liste.
Tra i fedelissimi di Berlusconi Licia Ronzulli e Sestino Giacomoni e la sondaggista di riferimento, Alessandra Ghisleri.
LEGA: niente Nord ma "italiani"
‘Prima gli italiani’ è lo slogan della campagna leghista per le politiche del 4 marzo. All’appuntamento il partito si presenta con un contrassegno elettorale nazionale, come ‘Lega’, senza Nord, e l’obiettivo, ‘Salvini premier’, esplicitato nel simbolo. I manifesti riproducono le priorità programmatiche del Movimento: 'Stop Fornero', 'Asili nidi gratuiti', 'Stop invasione', 'Schiavi dell'Europa? No, grazie', 'Legittima difesa sempre', 'Meno buonismo più giustizia', 'Pace fiscale' e 'No ius soli'.
Per quanto riguarda la campagna elettorale, non si registrano significativi cambiamenti o new entry né nuovi affidamenti ad agenzie esterne. La comunicazione di Matteo Salvini continua a essere gestita dallo staff che lo ha accompagnato negli ultimi anni dalla sua ascesa ai vertici della Lega nel 2013. In particolare, il segretario leghista è molto seguito sui social. Artefice di questa svolta è da tempo Luca Morisi, "social media strategist e communications chief" dell'europarlamentare milanese dall'ottobre 2013. "Alter ego digitale" di Salvini, come ama definirsi, a Morisi si deve l’invenzione del soprannome 'capitano', divenuto 'virale' tra i sostenitori del segretario.
"I blog come quello di Grillo o i siti servono per l'approfondimento, mentre la gente la trovi sul social media. E in Italia, la gente la raccogli su Facebook, il popolo è li'", ha spiegato Morisi in passato. "L'unicità di Matteo Salvini è che è bravissimo su tre ambiti: territorio, rete e televisione. Noi lavoriamo per integrare i tre piani e amplificare il suo messaggio, creando cartelli su Facebook con le sue dichiarazioni e i suoi 'post' che - ci tengo a sottolineare - sono tutti autografi; e la gente lo percepisce. Così come seguiamo le sue presenze televisive, amplificandone il messaggio. Matteo è il primo politico che è andato da Bruno Vespa con l'iPad. Attorno alle sue presenze tv riusciamo a creare un mondo 'mainstream' come esiste solo per trasmissioni come 'X factor', con strumenti tecnologici retrostanti e infrastrutture. Per esempio, usiamo un'applicazione che chiamiamo 'social beast' che manda automaticamente i contenuti su altre piattaforme".
FDI: "unire" è l'auspicio
'Il voto che unisce l’Italia’: è lo slogan scelto da Fratelli d’Italia per la campagna elettorale in vista del voto per le politiche del prossimo 4 marzo.
Il motto campeggerà su cartelloni e volantini che saranno distribuiti a migliaia durante le prossime settimane, accanto al simbolo del partito, sul quale il nome di Giorgia Meloni, presidente e candidata premier, è scritto in grande e in giallo su campo blu sopra la scritta Fratelli d'Italia e l'immagine della Fiamma Tricolore del vecchio Movimento sociale italiano.
Una campagna elettorale scandita anche sui social network. Diversi gli hashtag creati per l’occasione: #Melonipresidente (anche nella versione #Melonipremier), #Patriotiditalia, #Essereitaliani e #Italianelcuore, che sintetizzano in pochi caratteri il punto principale del programma del partito: la difesa dell’italianità.
LEU: lo stile inglese
"Per i molti non per i pochi", in piena sintonia con il "Per i tanti non per i pochi' del Labour Party anglosassone guidato da Jeremy Corbin. E' lo slogan elettorale con cui Liberi e uguali darà battaglia in vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo. Obiettivo: combattere le diseguaglianze.
Pietro Grasso, presidente del Senato, acclamato il 3 dicembre scorso 'front man' della nuova formazione politica che unisce Articolo 1- Mdp, Sinistra italiana e Possibile, è il nome che campeggia sui manifesti che Leu ha diffuso. L'ex procuratore nazionale antimafia ha iniziato la campagna elettorale domenica 21 gennaio, in Piemonte.
"Dopo l’approvazione definitiva della nuova legge elettorale con cinque voti di fiducia e senza alcuna possibilità di iniziare la discussione in Aula - spiega Grasso sul sito di Leu, la cui comunicazione è affidata all'agenzia 'Left Loft' - mi sono dimesso dal gruppo del Partito Democratico. È stata una scelta sofferta ma non mi riconoscevo più nel merito e nel metodo dell’azione politica del Pd. Ora inizia un capitolo nuovo nel quale continuare, senza rimorsi, rimpianti o ambizioni personali, a impegnarmi per gli ideali che mi hanno guidato lungo tutta la mia vita".