La voglia di andare alle urne ad ogni costo non sembra essere così travolgente: protagonisti delle schermaglie tra Lega e M5S per riuscire a formare un nuovo governo sono stati gli stessi partiti chiedevano a gran voce le consultazioni per l’8 luglio.
Se la Lega vuole far nascere un governo politico convinca il Movimento 5 stelle ad accettare Forza Italia nella maggioranza, chiedono i grillini all’alleato riottoso Matteo Salvini. Il partito di Silvio Berlusconi respinge però la richiesta e conferma che non farà alcun passo di lato e che non darà l’appoggio esterno a un esecutivo guidato dal leader leghista o da Luigi Di Maio.
Giorgetti chiede una dimostrazione di buona volontà
“Vogliamo trovare una soluzione per permettere la partenza di un governo politico e una forma di coinvolgimento di FI che sia compatibile con la presenza del Movimento 5 stelle", ha detto il capogruppo della Lega alla Camera, Giancarlo Giorgetti.
Una proposta che Maria Stella Gelmini, capogruppo alla Camera di Forza Italia, ha giudicato irricevibile, così come la presidente dei senatori di FI, Anna Maria Bernini, che ha affermato: "La Lega mira a fare nascere un governo politico? Non abbiamo nulla in contrario, come abbiamo sempre sostenuto. Basta far cadere i veti dei 5 stelle nei confronti di Forza Italia e di Berlusconi e si può passare immediatamente a scrivere un programma condiviso, se si riuscirà".
Giorgetti (che ha anche ribadito la necessità di tornare al voto il prima possibile e non a settembre o in autunno) ha poi confermato la lealtà del suo partito alla coalizione ma ha avvisato: FI aprirebbe “un grosso problema” per la tenuta del centrodestra se decidesse di sostenere il governo tecnico. Sospetti che sono stati decisamente respinti da Giorgio Mulè, portavoce unico dei gruppi di Camera e Senato.
I grillini insiustono: con Berlusconi no
Luigi Di Maio resta irremovibile sul no a Berlusconi. "Volevo capire se Salvini c'era o ci faceva... per 55 giorni ho provato a proporgli un governo insieme. L'unica cosa che ho chiesto era di staccarsi da Berlusconi, specie alla luce della sentenza di Palermo.
Sembrava che Salvini potesse fare il grande passo, ma ha scelto la restaurazione invece che il cambiamento, e di questo ne risponderà alla storia e alle prossime elezioni politiche", ha detto a Rtl 102.5 il capo politico di M5s: "Adesso spero che si torni al voto, non vedo alternative. E' probabile che si andrà a finire al 22 luglio".
Ma le cose forse non sono come appaiono
Però c’è un però. Anzi, un pare. Pare, infatti, che all’interno del partito di Berlusconi cresca il numero di quanti, un po’ spaventati per il possibile esito delle elezioni anticipate, remano sul leader perché alla fine, magari previa trattativa, dia il suo consenso al matrimonio.
Certo, Renato Brunetta insiste nel ribadire la richiesta di un esecutivo von mandato pieno al centrodestra, ma forse la sua voce è isolata. Magari la paura delle elezioni, prospettate da Mattarella, riesce a fare il miracolo.