Questo non è un sondaggio. Il widget che pubblichiamo da oggi sul sito di AGI è uno strumento di ascolto in tempo reale di quello che si dice su Twitter e che prova a tradurre quei messaggi in voti. In pratica ci dice questo: se si votasse su Twitter, se i tweet fossero voti, o almeno intenzioni di voto, questo sarebbe il risultato. In tempo reale. È uno strumento, un indicatore, che abbiamo realizzato in collaborazione con KPI6, una società specializzata in intelligence sui social media, con cui da qualche settimana realizziamo un osservatorio.
Nella nota metodologica trovate i dettagli del progetto. In estrema sintesi gli analisi di KPI6 sono partiti intercettando tutte le menzioni dei profili ufficiali dei leader politici e dei partiti (in assenza di un profilo, come nel caso di Giancarlo Giorgetti, sono state utilizzate parole chiave con il nome). Per ridurre al minimo il rischio di prendere in considerazione tweet irrilevanti, a questo scopo, sono stati esclusi quelli provenienti da giornalisti, quelli contenenti in link, e i retweet. Solo tweet originali vengono presi in esame.
Ciò fatto, la cosa più delicata è stata trovare un modo per attribuire una intenzione di voto ad un tweet: per farlo, gli algoritmi di KPI6 isolano soltanto i tweet che contengano ammirazione, gioia o comunque un sentimento positivo verso una parte politica. Ne viene fuori una tabella finale che esprime la probabilità che un certo utente di Twitter eserciti il voto nei confronti di un partito.
Come stanno le cose? Nel momento in cui scriviamo e pubblichiamo per la prima volta questo widget, la Lega di Salvini, se i tweet fossero voti, avrebbe addirittura il 52 per cento; seguita dal PD con il 19,8 (una percentuale non molto diversa dai voti presunti dagli ultimi sondaggi); da M5s al 12,9; Fratelli d’Italia al 6,9; LeU al 3,8; Forza Italia al 3,6 e poi tutti gli altri.
Il dato ce ne rendiamo conto è clamoroso e se non indica affatto che la Lega prenderà il 50 per cento dei voti, alcune cose le dice. Le principali sono due: 1) non sappiamo se come dicono molti osservatori, la famosa macchina social di Salvini inizia a perdere colpi; sicuramente non li sta perdendo su Twitter dove domina la metà di tutte le conversazioni politiche con un sentiment positivo. 2) Stupisce il risultato molto inferiore alla sua forza elettorale del M5s, un dato che potrebbe spiegarsi con il fatto con il MoVimento guidato da Luigi Di Maio è più attivo su Facebook e Instagram.
Il widget si aggiorna in tempo reale e ci aspettiamo cambiamenti continui e anche rilevanti. Lo troverete sempre su agi.it perché lo consideriamo uno strumento di analisi potenzialmente utile a capire l’aria che tira. Magari qualcuno insospettito dai dati, andrà alla ricerca del ruolo dei bot, i profili social gestiti da un algoritmo invece che da esseri umani, che in altre elezioni hanno giocato un ruolo non banale. Magari in questo caso stanno modificando il risultato finale. Altri potrebbero trarne la conclusione che è il caso di presidiare Twitter con maggiore costanza. Noi ascolteremo tutti i feedback e i consigli che ci darete per correggere eventuali errori e migliorare l’affidabilità di questo strumento.