Chi sono i parlamentari italiani con doppi incarichi e incompatibilità
Chi sono i parlamentari italiani con doppi incarichi e incompatibilità

Chi sono i parlamentari italiani con doppi incarichi e incompatibilità

serenella ronda
 Montecitorio
 (Afp) -  Montecitorio
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  • Galeazzo Bignami, eletto deputato con Forza Italia, che si è dimesso venerdì da consigliere regionale dell'Emilia Romagna e resta deputato.
  • Andrea Rossi, eletto con il Pd, che si è dimesso dalla carica di consigliere regionale dell'Emilia Romagna e resterà a Montecitorio
  • Lara Magoni, senatrice di FdI, che ha scelto invece di proseguire il suo lavoro in regione Lombardia, dove svolge l'incarico di assessore al Turismo, comunicando a palazzo Madama la sua opzione.
  • Raffaele Nevi, eletto alla Camera con Forza Italia e già consigliere regionale dell'Umbria, che ha optato per il Parlamento lo scorso 24 aprile.
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Cosa prevede la legge

Gli incarichi incompatibili

Partito Democratico

  • Andrea Rossi, eletto alla Camera, spiega: "L'unica incompatibilità che avevo l'ho risolta con le dimissioni da consigliere regionale dell'Emilia Romagna a fine marzo. Ora ho ancora in corso la carica di Sottosegretario in Regione Emilia Romagna, ma è una funzione non contemplata in tutte le regioni e che non rientra tra le incompatibilità previste".
  • Luciano D'Alfonso, eletto in Senato, è uno dei casi più noti. È infatti presidente della regione Abruzzo, ma ancora per poco, almeno stando alle sue parole: "Eserciterò l'opzione parlamentare. Sto raccogliendo elementi per determinare il momento della definizione di questa opzione". Intanto, però, si è pronunciata la Giunta per le elezioni del Consiglio regionale, decidendo che non sussiste incompatibilità.
  • Raffaele Topo è stato eletto deputato ma era già consigliere regionale della Campania. "Ho comunicato regolarmente l'incompatibilità, non aspetterò la giunta per esercitare l'opzione. Non l'ho ancora fatto solo perché devo espletare ancora alcune attività rimaste in sospeso, alcuni dossier da chiudere".

Fratelli d'Italia

  • Lara Magoni, ex atleta eletta con FdI, dallo scorso 4 marzo è senatrice della Repubblica. Magoni, tuttavia, è anche assessore regionale della Lombardia al turismo e preferisce restare a svolgere questo ruolo. "Ho già deciso: resto a fare l'assessore. Ho già comunicato al Senato le mie dimissioni, ma bisognerà attendere la Giunta delle elezioni per l'ufficialità". Una scelta dettata anche dal suo passato di atleta: "Sono abituata al fare, ad essere operativa e ritengo che fare l'assessore sia un ruolo più operativo rispetto a quello di senatrice. Ma c'è anche una ragione legata all'incertezza politica di questo momento". Magoni tiene a ricordare di essere stata eletta nelle precedenti elezioni regionali con la lista Civica che sosteneva la prima candidatura di Roberto Maroni alla guida della Lombardia, e non con la Lega. Il suo precedente mandato, quindi, è terminato con la rinuncia di Maroni alla ricandidatura. "Non ho mai avuto un partito fino ad oggi, quando ho affiancato Fratelli d'Italia", precisa ancora Magoni.
  • Francesco Acquaroli, sindaco del comune di Potenza Picena e ora anche deputato ha preferito far spiegare al suo staff le decisioni che prenderà: "Acquaroli opterà nel rispetto dei tempi e termini previsti dalla legge. Al momento sta espletando delle questioni importanti rimaste in essere al Comune. In ogni caso, Potenza Picena andrà al voto il prossimo anno".
  • Wanda Ferro, consigliere regionale in Calabria e ora anche deputata di FdI. Anche lei ha preferito non rispondere in prima persona, ma lasciare al suo staff le spiegazioni del caso: "Nella consapevolezza della incompatibilità tra gli incarichi di parlamentare e consigliere regionale, Ferro ha chiesto immediatamente dopo l'elezione la sospensione della indennità di consigliere regionale, nelle more del perfezionamento delle procedure previste dalla legge per optare tra le due cariche. Ha inoltre subito attivato di sua iniziativa la procedura prevista dal regolamento della Giunta per le elezioni della Camera dei Deputati, dichiarando di trovarsi nella situazione di incompatibilità legata alla carica di consigliere regionale. È ora in attesa che si concludano gli iter paralleli presso le due Giunte per le elezioni, della Camera e del Consiglio regionale, che prevedono precisi termini di legge, per dichiarare la sua opzione. Considerato che non riceve una doppia indennità, e quindi la sua presenza in Consiglio regionale rappresenta un risparmio per i cittadini, Ferro ha dichiarato fin dalla sua elezione alla Camera che sarebbe rimasta nell'assemblea calabrese fino all'ultimo giorno consentito dalla legge, non solo nella speranza di poter discutere le sue proposte di legge depositate e mai state esaminate, ma anche per chiedere al governatore Oliverio di onorare tutte le promesse fatte in campagna elettorale, a partire dal destino dei precari e dei mobilitati in deroga, e per chiedere chiarezza su tutte le nomine arrivate alla vigilia del voto, nella sanità e non solo. Dopo due anni e mezzo di ingiusta esclusione dal Consiglio regionale, a causa di una legge incostituzionale, è intenzione di Wanda Ferro e FdI di non fare neppure un giorno di sconto rispetto all'impegno di opposizione ad un governo di centrosinistra che si è rivelato disastroso in Calabria".

Forza Italia

  • Galeazzo Bignami, eletto alla Camera, è anche consigliere regionale dell'Emilia Romagna. Ha scelto di restare in Parlamento: "Mi sono dimesso proprio l'altro ieri dalla carica di consigliere, optando per quella di deputato".
  • Francesco Cannizzaro è consigliere regionale in Calabria ed è stato eletto alla Camera. Dal suo staff si limitano a far sapere che "non ha ancora espresso l'opzione".
  • Raffaele Nevi, eletto alla Camera e già consigliere regionale dell'Umbria, ha già optato per il Parlamento lo scorso 24 aprile, riferiscono gli assistenti.

Lega

  • Claudia Terzi, eletta alla Camera, è assessore regionale in Lombardia, e fa sapere che ha "intenzione di optare per la carica di assessore ai Trasporti nel momento in cui la Giunta per le elezioni della Camera dichiarerà l'incompatibilità coi due ruoli". Spiega inoltre di aver preferito questa strada anziché quella delle dimissioni perché a livello tecnico "risulta la più veloce".
  • Dario Galli e Leonardo Tarantino sono rispettivamente sindaci varesotti di Tradate e Samarate, circa 18mila e 16mila abitanti. Contattati al telefono, entrambi parlano di "dilemma normativo" e a proposito citano la sentenza della Corte costituzionale del 5 giugno 2013 che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 63 del decreto legislativo 267 sugli enti locali nella parte in cui non prevede l'incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di un Comune con popolazione superiore ai 20 mila abitanti. A giudizio dei leghisti sarebbe in contraddizione con l'articolo 1 comma 139 della Legge Delrio del 2014 in cui si stabilisce il limite dei 15mila (e non 20mila). "Attenderemo che sia la giunta per le elezioni della Camera a pronunciarsi", spiegano. Dopodichè, se saranno dichiarati incompatibili, Tarantino, eletto nell'uninominale, avrà più problemi a dimettersi dal Parlamento perché nel caso occorrerà ripetere l'elezione. Entrambi in ogni modo rispetteranno le decisioni che prenderà il partito.
  • Christian Solinas, segretario del Partito sardo d'Azione eletto senatore con la Lega, si dimetterà oggi dalla carica di consigliere regionale in Sardegna. "Mi è sembrato che la coincidenza della celebrazione in Consiglio regionale de 'Sa Die de sa Sardigna', risultato di una battaglia storica dei sardisti così come l'adozione come inno della Sardegna de 'Su patriottu sardu a sos feudatarios' che è anche l'inno del Psd'Az, rappresenti un momento simbolico di grande rilevanza per la comunità sarda. Per questo ho ritenuto che l'ultimo intervento in Consiglio regionale del segretario nazionale dei sardisti fosse imprescindibile in questa data", spiega. Solinas dopo essere stato proclamato senatore, lo scorso 23 marzo, ha rinunciato all'indennità di consigliere regionale.

I doppi incarichi compatibili

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