Un anno di tempo per colmare il "vuoto di tutela costituzionale" in materia di suicidio assistito. E' quello che i giudici della Consulta hanno lasciato al Parlamento per mettere a punto "una adeguata disciplina normativa", rinviando al 24 settembre 2019 la propria decisione sulla questione di legittimità sull'articolo 580 del codice penale che punisce l'aiuto al suicidio.
Senza precedenti
Una decisione che non ha precedenti a Palazzo della Consulta, poiché la Corte non si è limitata a un semplice monito al legislatore: il processo che vede imputato a Milano l'esponente radicale Marco Cappato per la morte di Dj Fabo resta sospeso, in attesa di sviluppi da parte delle Camere, e comunque fino alla trattazione del caso da parte della Consulta.
"L’attuale assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti", rilevano i 'giudici delle leggi', dopo una lunga camera di consiglio che ha occupato tutta la loro giornata.
Cappato esulta
Di “decisione storica" parla l'avvocato Filomena Gallo, difensore di Marco Cappato davanti alla Consulta e segretario dell'Associazione Luca Coscioni, secondo la quale oggi "la Costituzione ha trionfato sulle istanze paternalistiche del codice penale fascista e sulla grave inerzia del legislatore, che nonostante le varie sollecitazioni, non si è mai determinato a regolare la materia del suicidio medicalmente assistito".
I dubbi della Corte d’Assise
La norma sottoposta all'esame della Consulta, a cui la Corte d'assise di Milano decise di trasmettere gli atti nello scorso febbraio, è stata introdotta con il codice Rocco del 1930: l'articolo 580 del codice penale, intitolato 'istigazione o aiuto al suicidio', punisce tali condotte con una pena compresa tra i 5 e i 12 anni di reclusione.
I dubbi sollevati dai giudici milanesi nell'ambito del processo a Cappato, riguardano la parte in cui, secondo il "diritto vivente", l'articolo 580 incrimina le condotte di aiuto al suicidio in alternativa a quelle di istigazione e, quindi, a prescindere dal loro contributo alla determinazione o al rafforzamento del proposito di suicidio.
Il caso di Dj Fabo
Tale interpretazione violerebbe, secondo la Corte d'assise di Milano, alcuni punti della Costituzione (gli articoli 2, 13, primo comma, e 117, in relazione agli articoli 2 e 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo), in forza dei quali il diritto a porre fine alla propria esistenza costituirebbe una libertà della persona, facendo ritenere quindi "non lesiva di tale bene" la "condotta di partecipazione al suicidio che però non pregiudichi la decisione di chi eserciti questa libertà". E Fabiano Antoniani - Dj Fabo - irreversibilmente cieco e tetraplegico dopo un tragico incidente stradale, aveva deciso di andare a morire in Svizzera, come poi è accaduto il 27 febbraio 2017, in una clinica nei pressi di Zurigo dove Cappato aveva acconsentito ad accompagnarlo. L'esponente radicale, dopo la morte di Fabo, si era immediatamente autodenunciato.
La richiesta del governo
Alla Consulta, invece, l'Avvocatura generale dello Stato, per conto dell'Esecutivo Gentiloni prima, e poi in rappresentanza dell'attuale governo, chiedeva di dichiarare inammissibile o infondata la questione di legittimità, ritenendo "necessario lasciare spazio al legislatore - ha detto ieri in udienza il vice avvocato generale Gabriella Palmieri - che deve trovare il giusto punto di equilibrio di tutti i diritti in gioco", sostenendo che la norma in questione permette al giudice di valutare "caso per caso", e che la stessa Corte d'assise di Milano "avrebbe potuto dare un'interpretazione costituzionalmente orientata".
La Corte costituzionale "ha riconosciuto le nostre ragioni e dà un anno di tempo al Parlamento per fare ciò che chiedevamo da 5 anni - ha dichiarato Cappato questa sera - e' un risultato straordinario, arrivato grazie al coraggio di Fabiano Antoniani e alla fiducia che Carmen e Valeria mi hanno dato per la mia azione di disobbedienza civile. Ora - ha aggiunto - il Parlamento ha la strada spianata per affrontare finalmente il tema, e per discutere la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l'eutanasia legale, come sta accadendo nel Parlamento spagnolo".