"Gli italiani stanno affrontando una crisi di governo assurda voluta dalla Lega. Evidentemente in questo anno la Lega ha passato il tempo a controllare i numeri dei sondaggi. Noi invece pensiamo che ci siano numeri più importanti da guardare: quelli relativi alle persone che ora hanno un lavoro stabile, quelli sulle redistribuzioni di migranti, le persone aiutate con quota 100 o dei vecchi dinosauri che non prendono più il vitalizio grazie a noi".
È un Luigi Di Maio tonico e deciso a dar battaglia, quello che si presenta su Facebook a metà mattina di un sabato di esodo afoso e denso di incertezze sul futuro della legislatura. Matteo Salvini ha decretato la fine della maggioranza gialloverde e, a ruota, del governo Conte. "Così, hanno fatto cadere il primo Governo vicino al popolo dopo decenni di sanguisughe, portandoci a votare in autunno. Non si votava in autunno dal 1919, non so se lo sapevate. Esattamente da 100 anni".
Parla ai suoi elettori, Di Maio, con un lungo post col quale, di fatto, apre la nuova fase del Movimento, quella che vede il primo partito italiano (a contare i seggi in Parlamento, perché i sondaggi dicono ben altra cosa, è cioè che la Lega ha quasi doppiato i consensi Cinquestelle) impegnato in un compito non semplice: riguadagnare fiducia fuori e dentro il proprio bacino naturale di audience elettorale in vista di elezioni politiche che, prima o poi, arriveranno.
"Questo Governo ha fatto un mare di cose e non lo dico con arroganza, ma semplicemente considerando i dati. È stato retto per due terzi dal MoVimento 5 Stelle. E guidato da un Presidente del Consiglio che non meritava il trattamento che gli hanno riservato. Anche l’inganno prima o poi si paga. Basta vedere che fine ha fatto quello dello “stai sereno”. ""La Lega ha buttato giù l’unico Governo che in un anno ha resistito a lobbies e poteri forti. Che ha approvato la legge anticorruzione più punitiva d’Europa e ha iniziato ad aiutare pensionati, poveri e precari. E forse lo ha fatto cadere proprio per questo: quando i sondaggi gli hanno detto che poteva staccare, lo hanno fatto".
La spina al tandem gialloverde l'ha staccata Salvini. E questo, forse, può essere un vantaggio per l'alleato pentastellato che oggi rivendica coerenza e il ruolo di vittima in una crisi che non ha voluto. Anzi, ha tentato in ogni modo di evitare, anche mandando giù bocconi amari, come il sì alla Tav conclamato dallo stesso Conte.
Nel mirino di Di Maio e del suo post c'è la Lega, dunque. "In queste ore mi sembra che siano proprio in preda al panico, provano ogni giorno in tutti modi ad arrampicarsi sugli specchi per giustificare una scelta che è stata fatta per puro egoismo. È così, senza giri di parole. Così egoistica da fargli rivoltare contro i loro stessi sostenitori, che da giorni sulle loro pagine social hanno iniziato ad attaccarli. Queste cose nella storia si pagano, l’ho detto anche nell’ultima telefonata a Salvini prima della fine. La superbia non ha mai portato lontano nessuno".
"Ora, siccome la Lega è in difficoltà, ha iniziato a buttarla in caciara con un fantomatico inciucio Pd-M5S. È sempre stato così, credo ve lo ricordiate. Lo hanno sempre fatto, per tentare di screditarci agli occhi delle persone deluse da loro. La destra diceva che eravamo di sinistra, la sinistra diceva che eravamo di destra. Non avevano null’altro da fare o da proporre e provavano a colpirci con questi mezzucci".
Di Maio rassicura i suoi di non aver paura delle elezioni. "Anzi, in questo momento siamo ancora più uniti, con Alessandro, Davide, Max Bugani, Paola Taverna, Nicola Morra, i capigruppo, i nostri ministri e tutti coloro che per il MoVimento hanno dato l'anima".
Ultimo, ma non ultimo, il tema principe di queste ore: "Andiamo a votare subito - dice il vicepremier - e, facciamo subito un'altra cosa: tagliamo 345 poltrone di parlamentari e i loro stipendi. Possiamo farlo subito, manca solo un voto. Ci vogliono al massimo due ore per eliminare definitivamente 345 poltrone e risparmiare mezzo miliardo di euro. Sono tanti soldi. E si possono investire in modo più utile: in strade, scuole, ospedali. Non in stipendi di politici. Nessun partito aveva mai avuto il coraggio di portare avanti una riforma come questa ed ora è lì, basta un piccolo passo. Che sia la Lega, il Pd, Forza Italia o chiunque altro ad appoggiarla non ci importa. Ci importa che si faccia".
Subito, se possibile, prima delle dichiarazioni di Conte alle Camere, chiede il capo del Movimento. "Il nostro appello è a tutte le forze politiche. Stamattina inizieremo a raccogliere le firme tra i parlamentari per chiedere la calendarizzazione d’emergenza alla Camera del taglio dei parlamentari". La campagna elettorale può dirsi tecnicamente iniziata.