Stasera è apparso sulla Gazzetta Ufficiale, domani sarà in vigore. Il Decreto Salvini sulla sicurezza entra nell’ordinamento italiano tra una firma ed una precisazione. Dal Quirinale, il Capo dello Stato ha dato il via libera, ma non senza inviare una lunga e dettagliata lettera al governo in cui ribadisce l’intangibilità di alcuni diritti – anche degli immigrati – che sono garantiti dalla Costituzione.
Una trattativa durata giorni
Sergio Mattarella ha firmato il dl Sicurezza, dopo giorni di interlocuzione con il Viminale e con gli altri ministeri interessati dai 40 articoli del provvedimento, per limare ed eliminare tutti quei passaggi che avrebbero potuto essere considerati incostituzionali. Il capo dello Stato dà dunque il via libera a uno dei provvedimenti bandiera di Matteo Salvini e della Lega, ma accompagna la sua firma, che autorizza il governo a pubblicare il testo in Gazzetta ufficiale, con una lettera al presidente del Consiglio per chiedere che si rispettino la Costituzione e i trattati internazionali, in particolare sul diritto d'asilo: l'applicazione della legge dovrà quindi essere in linea con il principio di sicurezza ma senza eccessi restrittivi e garante dei diritti.
“Beccatevi questa”
Esulta il titolare del Viminale: "Il presidente Mattarella ha firmato il dl Sicurezza del cattivone Salvini, quindi la settimana prossima il Parlamento comincerà a discutere e soprattutto a votare queste decine di articoli che porteranno più sicurezza. Dopo tante polemiche, dopo i giornali che dicevano non ce la farà mai, Mattarella non firmerà mai, 'ciapa li e porta a cà". Tradotto dal milanese: prendi e porta a casa.
Ma il Colle precisa
"Avverto l'obbligo di sottolineare - scrive comunque Mattarella a Conte - che, in materia, come affermato nella Relazione di accompagnamento al decreto, restano 'fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato', pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare, quanto direttamente disposto dall'art. 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall'Italia".
Nell'articolo 10 della Costituzione si ricorda che "lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici".
Non è un via libera senza condizioni
Il Capo dello Stato ha quindi voluto mettere agli atti che il suo sì alla legge vale poiché ritiene che essa si debba uniformare alla Carta e ai trattati, ed è quindi chiaro che chi sarà chiamato ad applicare le norme del decreto si dovrà confrontare con il testo della norma costituzionale e con le leggi internazionali che regolamentano il diritto d'asilo e lo status di straniero migrante.
Salvini ribadisce: prima gli italiani
Raccomandazioni che Salvini accoglie ma ribadisce: "Mattarella ha richiamato l'articolo 10 della Costituzione, io li voglio rispettare tutti gli articoli della Costituzione italiana, per me vale dal primo all'ultimo articolo. Prima gli italiani però, è mio dovere rispondere alle richieste degli italiani". Il leader leghista poi puntualizza: "L'ho spiegato a Mattarella, rispettiamo la Costituzione, le convenzioni e i trattati internazionali ma non possiamo passare per fessi".
Palazzo Chigi usa toni concilianti
"Sono obblighi", viene sottolineato da fonti di Palazzo Chigi, "che anche per il Governo non sono posti in discussione. Il decreto legge in materia di Sicurezza e immigrazione adottato dal Consiglio dei Ministri, sottolineano le stesse fonti, rientra in un quadro di assoluta garanzia per i diritti fondamentali delle persone e tiene conto delle convenzioni internazionali, dei principi contenuti nella nostra Costituzione e nella Carta europea dei diritti dell'uomo".