Dopo giornate di polemiche, il decreto Genova arriva al Quirinale: il provvedimento ha quindi ricevuto la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato ed è ora alla firma del Capo dello Stato.
Tra le misure, ci sono anche interventi a favore dei terremotati dei comuni di Ischia interessati dal sisma dell'anno scorso e la reintroduzione, in deroga agli art. 4 e 22 del Jobs Act, la cigs per cessazione di attività. La misura potrà essere autorizzata "sino ad un massimo di 12 mesi complessivi" per gli anni 2019 e 2020.
Lo Stato garante
Quanto alla ricostruzione dopo la tragedia del ponte, il provvedimento mette nero su bianco che nel caso in cui Autostrade non pagasse o ritardasse le spese, sarà lo Stato ad anticiparle, attingendo al Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale per 360 milioni (30 mln l'anno per 12 anni).
Autostrade fuori dal gruppo di chi realizzerà il Ponte
Sarà in ogni caso il commissario straordinario a decidere, affidando i lavori ad 'uno o più operatori', escludendo Autostrade per l'Italia. Nel testo gli si conferisce infatti il potere di assegnare "la realizzazione delle attività concernenti il ripristino del sistema viario, nonché quelle propedeutiche e connesse, ad uno o più operatori economici che non abbiano alcuna partecipazione, diretta o indiretta, in società concessionarie di strade a pedaggio, ovvero siano da queste ultime controllate o, comunque, ad esse collegate, anche al fine di evitare un indebito vantaggio competitivo nel sistema delle concessioni autostradali".
La copia ufficiale non è stata consegnata subito
Confermati inoltre i fondi stanziati alla Regione Liguria: al trasporto pubblico vanno 23,5 mln in 2018-2019 e anzi arrivano altri 20 milioni sempre a Genova.
I tempi per l'esame del presidente della Repubblica dovrebbero essere rapidi, anche se si attende la copia ufficiale predisposta per la firma. Ma non si tratta solo di questo.
Il Ponte e altre emergenze
Misure per le aree terremotate di Ischia e dell'Italia centrale, norme sul superamento dell'emergenza in Lombardia legata ai fanghi da depurazione e sulla sanità (con l'incompatibilità tra ruolo di commissario regionale per la sanità e qualsiasi incarico istituzionale presso la Regione soggetta a commissariamento). Al Colle è arrivato un vero e proprio 'decreto urgenze' che comprende il pacchetto sul ponte di Genova ma anche norme che potrebbero essere sotto la lente di ingrandimento del Quirinale perché di natura emergenziale ma non legate strettamente alla caduta del ponte Morandi.
Un Decretone con troppe cose dentro?
Ci sarebbe già stata, spiegano fonti parlamentari, un’interlocuzione a livello di uffici tecnici, con alcune correzioni apportate. Chiaramente la presidenza della Repubblica visionerà il provvedimento nella sua interezza ma il timore sia nel M5s che nella Lega è che possa essere considerato una sorta di ‘decreto Omnibus’.
Timori anche per il decreto sicurezza
Stessa situazione – e qui è nei gruppi parlamentari del partito di via Bellerio che c’è una certa preoccupazione – per quanto riguarda il dl sicurezza che arriverà a Sergio Mattarella soltanto in un secondo momento. Nel pacchetto che comprende la stretta sulla cittadinanza e sulla protezione umanitaria sono state inserite anche norme che riguardano, per esempio, la giustizia sportiva, come la corsia preferenziale al Tar (per evitare il caso di ricorsi come quelli avviati in questa estate dalla società escluse dalla serie B) e la necessità di avere i bilanci ad hoc per poter partecipare alla ripartizione dei diritti tv).
Lega e M5S hanno fretta
Lega e Movimento 5 stelle, unite anche nella battaglia sulla manovra per arrivare sopra il 2% del rapporto deficit-Pil, spingono sull'approvazione celere dei provvedimenti licenziati dal Consiglio dei ministri. L'Aula della Camera però comincerà ad esaminare il dl urgenze dal 22 ottobre.
“È il governo – spiega una fonte parlamentare del Carroccio – che deve decidere se una norma è emergenziale oppure no. Abbiamo intenzione di far rispettare l’indipendenza dell’esecutivo”. Al momento non c’è alcuno scontro – sottolineano fonti parlamentari della maggioranza - con il Quirinale. Mentre sulla ‘querelle’ con i 'tecnocrati' la Lega non è disposta a seguire M5s. Anzi riguardo al decreto Genova nel partito di via Bellerio si impuntano alcune responsabilità al ministro Danilo Toninelli per non aver avuto una interlocuzione preventiva con la Ragioneria.
Ma i ritocchi sono sempre possibili
Nella Lega e nel Movimento 5 Stelle si ritiene comunque che superato lo scoglio della manovra si possa in ogni caso lavorare in Parlamento eventualmente per migliorare i provvedimenti, qualora dovessero arrivare dei rilievi da parte del Colle. Soprattutto sul dl Genova resta aperto il nodo di Autostrade e su chi debba finanziare il ponte. Nel decreto è tenuta fuori Autostrade ma Fincantieri – sottolinea una fonte parlamentare della Lega – ha un contratto proprio con Autostrade quindi in ogni caso dovrebbe confrontarsi con la società al momento concessionaria.
“Ora basta favori ai magistrati”
Nel frattempo nella maggioranza si discute anche della nomina del democratico Ermini alla vicepresidenza del Csm, con conseguente ira del Guardasigilli Bonafede. “Ora – si sussurra tra i leghisti – basta fare favore ai magistrati. Bonafede corregga il ddl anticorruzione, nella parte legata all’abuso d’ufficio e ad altri aspetti”.