"Bisogna cominciare a lavorare sul ponte per tirarlo giù prima di Natale". Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione, ha parlato delle tempistiche per l’abbattimento definitivo del ponte Morandi. “Se cominciamo prima di Natale a demolirlo abbiamo veramente delle grosse possibilità di avere un nuovo ponte a Natale 2019".
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Intanto Autostrade - spiega Sky Tg24 - parlando della ristrutturazione delle pile 9 e 10 del ponte, ha fatto sapere che i risultati dei monitoraggi sul ponte Morandi "non avevano segnalato motivi di allarme o di urgenza". I monitoraggi, eseguiti anche da consulenti esterni, sullo stato di efficienza degli stralli "erano conosciuti da Ministero, Provveditorato e consulenti esterni e nessuno - con le strutture tecniche della società - ha mai ritenuto ci fossero motivi di allarme o di urgenza".
Bucci: privato o pubblico, basta siano i migliori
Il sindaco ha poi commentato le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che ha parlato di "timbro dello Stato" su ricostruzione del ponte. "Certamente ci saranno società pubbliche come ci saranno anche società private. Io non penso che pubblico e privato siano uno cattivo e l'altro buono. Io voglio scegliere i migliori e i migliori possono essere sia nel pubblico che nel privato. Se saranno nel pubblico sarò contento e se saranno nel privato sarò contento lo stesso".
Polemiche sul decreto
Bucci si è poi soffermato anche sulle polemiche che stanno accompagnando il decreto Genova: "Penso che i 600 emendamenti non allungheranno i tempi. Quelli che ho visto io sono tutti molto positivi e servono a Genova come città e a fare il ponte. Ho partecipato anche io alla stesura di questi emendamenti, ne sono contento e direi che su questi c'è l'accordo con il governo e con la maggioranza". Sul rischio sollevato da Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nelle fasi di ricostruzione del ponte, Bucci ha detto: "essere preoccupato vuol dire porsi il problema e cercare di trovare delle soluzioni".
Infine ha ribadito che il principale del decreto "è l'interpretazione della parola deroga: se per deroga si intende che si può fare tutto quello che si vuole, senza nessun controllo, capisco bene le perplessità di Cantone che sono anche le mie, io voglio che ci sia un controllo. Prendere scorciatoie non vuol dire non fare le cose che devono essere fatte: le cose vanno fatte, ma vanno fatte in maniera diversa e vanno fatte con efficienza, cioè anticipando i tempi".
Cantone: non spetta a me dare giudizi
Del decreto ha parlato anche Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione. "Non spetta a me dare giudizi, men che meno fare proposte. Governo e Parlamento possono fare quello che ritengono e faranno le loro valutazioni. Ho espresso le mie perplessità che vanno nella logica collaborativa: proviamo a far partire il più velocemente possibile i lavori e soprattutto a farli partire senza che si verifichino intoppi successivi”.