"Io dissidente? No, i dissidenti sono loro". Dai probiviri non gli è ancora arrivata nessuna comunicazione ufficiale per non aver votato la fiducia sul dl sicurezza, e intanto il 'dissidente' Gregorio De Falco contrattacca. "A parte che ho saputo solo dalla stampa del provvedimento in arrivo - spiega in una intervista ad Avvenire - Credo sia scattata una sorta di automatismo per tutti coloro che non hanno votato la fiducia. Tuttavia non ho certamente votato contro e allontanandomi dall'aula ho peraltro abbassato il quorum. Ma a dire il vero e' stata criticata soprattutto la posizione di un paio di noi".
"Il compito del parlamentare non è ratificare decisioni prese altrove, ma concorrere a determinare l'indirizzo dell'esecutivo, che se si chiama cosi' non e' un caso. La vincolativita' del mandato che il M5s persegue va vista sul piano generale. Il vincolo irrinunciabile e' negli obiettivi da perseguire: il benessere, il bene comune. La coerenza col progetto, insomma".
Il decreto sicurezza è nel contratto di governo? "Certo - risponde De Falco al quotidiano della Cei - ma bisogna leggerlo bene. In materia di immigrazione, per esempio, intende 'superare l'attuale sistema di affidamento a privati dei centri e puntare ad un maggiore coinvolgimento delle istituzioni pubbliche'. Smantellando gli Sprar non si fa esattamente il contrario?". Per questo De Falco vede "svariati rischi. La perdita di cittadinanza cosi' com'e' rischia di violare l'articolo 3, il principio di uguaglianza. Poi, il prolungamento della detenzione amministrativa oltre i 90 giorni entra in conflitto con l'articolo 13 sulla liberta' personale. Ma il problema maggiore e' quello, segnalato da Mattarella, dell'articolo 10: il rispetto dei trattati internazionali. E meno male che c'e' il presidente".
C'è chi vorrebbe limitare i poteri del Quirinale. "Il nostro è un sistema delicato di pesi e contrappesi, non si può modificarne uno senza pregiudicare la tenuta complessiva. In particolare il presidente ha funzioni di garanzia nei confronti sia del Parlamento che del Governo. Se non ci fossero i poteri del capo dello Stato gli altri poteri non avrebbero limiti, e questo non è augurabile", conclude De Falco ad Avvenire.