Il Movimento 5 stelle reagisce e dichiara guerra all'ormai ex alleato Matteo Salvini, colpevole di "tradimento" per aver 'strappato' e aperto 'de facto' la crisi di governo. All'indomani del 'conclave' dei 'big' con Davide Casaleggio a Roma, Luigi Di Maio in un post diffuso in mattinata annuncia che il Movimento si è ricompattato attorno alla proposta di chiedere il via libera al taglio dei parlamentari e poi il voto. Il capo politico del M5s, tanto per mettere i puntini sulle 'i', fa anche i nomi di coloro che condividono la linea: oltre a Casaleggio, anche Alessandro Di Battista e Max Bugani (che nei giorni scorsi aveva lasciato l'incarico nella segreteria di Di Maio, a Palazzo Chigi). Il vice premier M5s poi accusa il collega leghista di aver agito mosso da "egoismo". "Ora potrà tutelare Autostrade" e le altre lobby, attacca.
Quattro ore dopo Di Maio, parla Beppe Grillo. Fondatore da tempo defilato dalla scena politica, Grillo 'posta' un lungo testo sul suo blog in cui evoca scenari di 'non voto' e attacca Salvini "intamarrito" e "infiltrato dell'establishment". Il titolo del 'post', che, secondo fonti governative M5s, sarebbe stato concordato con Di Maio, è 'La coerenza dello scarafaggio'.
Non andare al voto sarebbe per il garante un modo per tenere aperti tutti gli scenari, ricompattare il movimento e dichiarare guerra al tradimento di Salvini. Di Maio: "Alle urne solo dopo il taglio dei parlamentari"
Grillo apre a una deroga ai due mandati
Nel testo, Grillo apre anche all'ipotesi di concedere un terzo mandato a Di Maio e a tutti quei parlamentari e dirigenti del M5s 'sacrificati' dalla possibile caduta anticipata del governo Conte. "Io non vorrei che la gente abbia confuso la biodegradabilità con l'essere dei kamikaze", scandisce. L'essere "biodegradabile" era l'aggettivo usato dall'allora garante nel marzo 2018 per descrivere la differenza del Movimento dalla Lega, con allusione al vincolo del secondo mandato.
"Dobbiamo fare dei cambiamenti? Facciamoli subito, altro che elezioni, salviamo il Paese dal restyling in grigioverde dell'establishment, che lo sta avvolgendo. Come un serpente che cambia la pelle", dice, poi, tenendosi quindi aperto qualsiasi scenario. "Se la gente vedesse le cose per come sono capirebbe che quella di Salvini è una fuga e non un tradimento - conclude poi Grillo -. Lui scappa dagli impegni che ha preso perché è un infiltrato dell'establishment che si sente scoperto. Sta scappando dal governo e dagli italiani remando nel lago del loro risentimento".
Di Maio, quindi, condivide il pezzo e precisa: "Beppe è con noi ed è sempre stato con noi. Il vero cambiamento è il taglio dei parlamentari. Le vere elezioni si fanno con 345 poltrone in meno. Serve cambiare. E subito".
Il futuro del premier
L'altro tema di dibattito è quello del futuro ruolo di Giuseppe Conte. La posizione del presidente del Consiglio sul tema - spiegano da Palazzo Chigi - è inalterata e rispecchia quanto da lui dichiarato in passato, quando Conte ha smentito di avere ambizioni politiche oltre l'incarico che riveste in questo governo. "Se si va votare a ottobre il nostro candidato naturale è Conte, ha la credibilità internazionale che serve", sostiene un governativo M5s. "E poi la conferenza stampa in cui ha smascherato Salvini, dicendo che vuole andare a votare per capitalizzare il consenso, ha segnato la svolta'".
L'auspicio di parte del Movimento non trova alcun riscontro ufficiale anche se è testimoniata dalla prima pagina del 'Fatto quotidiano' dedicata a Salvini-Conte, i cui profili sono messi a confronto: 'L'Italia fra Conte e Salvini. Nasce un nuovo bipolarismo? Il premier sempre più popolare'.
Il tema del futuro di Conte si intreccia con il dibattito - perché tale rimane allo stato - sulle intenzioni del premier. Sono insistenti le indiscrezioni secondo cui Conte sarebbe intenzionato a evitare che sia votata la mozione di sfiducia presentata contro di lui dalla Lega, dimettendosi al Colle subito dopo le comunicazioni alle Camera. Ma non è una previsione fattibile dal momento che fino a quanto la capigruppo del Senato avrà calendarizzato con un voto la discussione delle due mozioni di sfiducia, una a Conte, l'altra a Salvini, e le comunicazioni del premier. In ogni modo, si precisa da Palazzo Chigi che un'eventuale sfiducia non rappresenterebbe un ostacolo a un altrettanto eventuale incarico a Conte di guida di un esecutivo che traghetti verso il voto. Certo potrebbe essere non gradito dal premier, per motivi politici, ma questo è un altro discorso.