Nato in una città del Brasile, adottato da una coppia di siciliani, ha una sorellina di poco più grande. Lui è cresciuto in Sicilia, dove ha preso la maturità al liceo scientifico, diventando un cittadino italiano a tutti gli effetti. Con due grandi passioni, racconta Famiglia Cristiana lo sport e i carabinieri. Ha superato il concorso ed è entrato nell'Arma. Ma il sogno nel cassetto era entrare a far parte di quello storico reggimento della guardia del corpo del presidente della Repubblica, i leggendari Corazzieri. L’altezza c’è, ma non basta. La selezione è dura.
Sarà un ostacolo il colore della pelle, il fatto che non ci sono precedenti di corazzieri neri al Quirinale? In servizio al Colle ci sono comunque già poliziotti di colore, lavorano all’ispettorato interno. N.T. affronta la selezione e la supera. Per gli ufficiali dei carabinieri che esaminano quel ragazzo venuto dal Brasile merita proprio la divisa da corazziere, è uno dei più bravi del suo corso. E così il sogno si realizza.
Il primo corazziere nero al Quirinale
Oggi N.T. è il primo corazziere nero al Quirinale. Un anno e mezzo fa era nel picchetto d’onore che ha accolto Papa Francesco durante la visita a Sergio Mattarella. Giovedì era sullo scalone d’onore del Quirinale a porgere il suo ‘attenti’ agli ospiti per il Giorno della memoria, la cerimonia con cui si ricorda la liberazione dei deportati ad Auschwitz.
In piedi come da cerimoniale, dall’alto del suo metro e 96, ha visto sfilare sotto i suoi giovani occhi reduci dai campi di concentramento e studenti che hanno visitato i lager, esponenti della Comunità ebraica ed esponenti del governo Giallo-verde, dal premier Giuseppe Conte ai viceministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Quest’ultimo, poco prima della cerimonia, aveva voluto rispondere alle critiche di politici e follower, con un tweet: “Chi accusa me o la Lega di razzismo non ha capito nulla”. “Ringrazio i tanti immigrati regolari e perbene, che sono in questo Paese, che rispettano la storia e la cultura di questo Paese, che pagano le tasse, che mandano i figli a scuola, che fanno un lavoro onesto e che sono italiani quanto me”. “Io – ha spiegato - voglio un paese aperto, apertissimo per chi porta rispetto e porta cultura, valori, tradizioni. Ma chiuso per i trafficanti di uomini, di droga, di armi”.
Il monito del Colle
Nel suo discorso per ricordare la Shoah, il presidente della Repubblica ha messo in guardia da rigurgiti di razzismo e di nazionalismo esasperato. Accanto al "dovere della memoria" c'è il dovere di vigilare e combattere "ogni focolaio di odio, di antisemitismo, di razzismo" e soprattutto "di indifferenza", perché il male che portò allo sterminio nazista è un "virus micidiale" che si annida ancora oggi nelle nostre società ed è "pronto a risvegliarsi". Alla fine poco importa se la presenza del giovane corazziere di colore, italianissimo, sia stato un caso voluto dal meccanismo della turnazione del reggimento dei Corazzieri o una scelta per parlare agli italiani. Al Quirinale assicurano che si sia trattato di un caso.
Il reggimento è una forza specializzata dell’Arma dei Carabinieri a cui si arriva dopo una selezione rigidissima che prevede anche l’esame di requisiti disciplinari e morali oltre che il superamento di un addestramento durissimo. Ogni cittadino, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” può aspirare a divenire Corazziere. Il messaggio è arrivato con una foto dal palazzo della prima e più alta istituzione italiana, ed è quella la cosa più importante.