Le posizioni di M5s e Lega sulla Tav sono distanti e siamo "oggettivamente a uno stallo". Lo ha dichiarato il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, sottolineando di non aver "mai detto che avremmo affidato all'analisi costi benefici la decisione finale" e ricordando che la decisione dovrà quindi essere "politica". Ma il tempo stringe: lo stallo riguarda anche i bandi, che i pentastellati vogliono bloccare, e una decisione andrà presa lunedì prossimo, il giorno della loro scadenza.
Al tavolo di ieri "devo dire che io stesso ho manifestato, non muovendo da nessun pregiudizio ideologico, emotivo, o ragioni tattiche, ho espresso forti dubbi e perplessità sulla convenienza di questa opera", ha proseguito il presidente del Consiglio, "non sono allo stato affatto convinto che questo progetto infrastrutturale è quello di cui l'Italia ha bisogno. Se lo dovessimo cantierizzare oggi mi batterei perché non fosse realizzato. Lo dico perché voglio che i cittadini italiani siano messi al corrente costantemente".
"Escludo crisi di governo, sarebbe assurdo"
Conte, ad ogni modo "esclude" una crisi di governo. "Io continuo a pensare che non ci siano rischi", ha aggiunto, Da M5s e Lega c'è un "alto senso di responsabilità". E ancora: "Ci sta tutta la difficoltà di elaborare una soluzione: non ho alcun motivo di ritenere che da questo confronto secco, dichiarato, possa nascere una crisi di governo. Mi sembrerebbe assurdo".
Conte aveva nondimeno aperto la conferenza stampa con un "chiarimento preliminare": "Vorrei ricordare e invitare a considerare tutti i cittadini che non esiste alcuna dichiarazione mia anche prima che assumessi" incarico di governo "che mi abbia visto favorevole o contrario alla Tav: Non ho mai preso posizione a favore o contro". Il presidente del Consiglio ha ricordato di aver dichiarato "di voler affrontare questa questione con senso di responsabilità e con equilibrio", nella posizione di "garante dell'interesse nazionale".
Il premier difende l'analisi costi benefici
Ci sarà un nuovo vertice stasera? "Stiamo facendo gli approfondimenti tecnici", replica Conte, assicurando che all'interno del governo "il confronto è proficuo e franco perché non stiamo affatto litigando". Giuseppe Conte si è poi detto convinto che sulla Tav occorre "procedere a una interlocuzione con i partner, Francia e Unione europea, per condividere dubbi e perplessità". "Questo è il modo piu' lineare, trasparente, al nostro interno e coi nostri interlocutori", ha sostenuto il presidente del Consiglio. Un quadro nell'ambito del quale la contestata analisi costi-benefici del professor Ponti rimane, piaccia o meno, "il punto di riferimento".
"Ieri sera al vertice a palazzo Chigi, "abbiamo convocato esperti e abbiamo fatto intervenire nel corso della riunione altri esperti" ed "io stesso ho portato un mio esperto" attuando "una sorta di stress test durato parecchie ore", ha riferito ancora il premier Giuseppe Conte", se avevo io stesso dubitato dell'elaborato" commissionato dal ministero dei Trasporti - ha aggiunto - dopo "lo stress test mi sono convinto che l'elaborato realizza il suo compito, illustra con dovizia di particolari e attua una plausibile e accurata analisi costi benefici".
Le distanze restano
La decisione di una presa di posizione del presidente del Consiglio è stata presa in mattinata, concordata con il capo politico del M5s, Luigi Di Maio, che, al termine della conferenza stampa, ha subito diffuso una nota per ringraziare Conte per le "parole di responsabilità espresse" a tutela dell'interesse generale.
Come una scure, infatti, sul governo, pesano i bandi in scadenza a inizio settimana, con le posizioni dei due partiti di governo che si sono irrigidite ancora di più nelle ultime ore. La Lega preme affinché siano autorizzati i contratti. "Per noi, bloccare i bandi vuol dire andare contro la legge quindi ci opporremmo in tutti i modi", ha spiegato un leghista di governo. Mentre per il M5s è stato lo stesso Luigi Di Maio a scandire, nell'assemblea congiunta coi suoi parlamentari, che il Movimento, contrario ai bandi, non cambierà mai posizione sulla Tav. Malgrado l'irrigidimento delle rispettive posizioni, sia Matteo Salvini che Di Maio avrebbero però garantito a Conte che nessuno dei due vuole la crisi di governo e confermato la volontà di entrambi di evitarla.
L'ipotesi del rinvio dei bandi
Dal canto suo, Conte ha spiegato di essere al lavoro per fare degli approfondimenti, anche giuridici, sulle conseguenze di un possibile blocco o di un via libera dei bandi. Su questo si è confrontato con il direttore generale di Telt, Mario Virano, ricevuto nel pomeriggio a Palazzo Chigi. Mentre il suo consigliere diplomatico Pietro Benassi ha visto l'ambasciatore francese Christian Masset. Perché l'altro fronte aperto è quello del confronto-ridiscussione dell'esito degli approfondimenti sul progetto con Francia e Ue. E, nel caso, in cui il governo arrivasse a presentare una richiesta formale - nero su bianco - agli altri due interlocutori - viene riferito - si potrebbe ipotizzare un rinvio della scadenza dei bandi.
Intanto, da parte Lega non vi sono state reazioni alla presa di posizione di Conte. "Non vi è alcuna irritazione nei confronti del premier", spiegano fonti del partito di Matteo Salvini. "Ma i bandi lunedì devono partire", si sottolinea. Malgrado la constatazione delle tensioni sulla Tav, viene riferito, Salvini non vuole andare allo scontro con il M5s. Ed esclude, in chiaro e in privato - viene sottolineato -, di rispondere alle 'sirene' di Silvio Berlusconi che gli ha chiesto nuovamente di abbandonare i 5 stelle e gli promette di sostenere un governo con lui a Palazzo Chigi.