"È certo che interrompendo il progetto Tap, lo Stato italiano verrebbe coinvolto in un contenzioso lungo e perdente, i cui costi potrebbero aggirarsi, in base a una stima prudenziale, in uno spettro compreso tra i 20 e i 35 miliardi di euro". Così il premier Giuseppe Conte riferendosi alla posizione del governo sulla Tap in una lettera ai cittadini dei Comuni di Melendugno. "È per questo che - spiega - nel messaggio di venerdì ho anticipato che si tratta di una esposizione che risulterebbe disastrosa, non sostenibile per le casse dello Stato, e ho ragionato di numeri che si avvicinano o addirittura superano quelli di una intera manovra economica"
"Il complesso delle verifiche effettuate non ci offre alcuna possibilità di impedire la realizzazione del progetto Tap: allo stato, non sono emerse illegittimità o irregolarità dell'iter procedurale", prosegue il presidente del Consiglio, "gli accertamenti compiuti e gli impegni già assunti ci precludono persino una più compiuta valutazione dei costi/benefici che il progetto Tap trae con sé". "Non ha senso, infatti, - aggiunge il premier - elencare e approfondire i benefici che l'opera apporterebbe quando i costi della sua interruzione risultano insostenibili. Su quest'ultimo punto sarò chiaro: chi sostiene che lo Stato italiano non sopporterebbe alcun costo o costi modesti non dimostra di possedere le più elementari cognizioni giuridiche".
"Ho detto l'altro giorno che adesso è arrivato il momento di 'metterci la faccia' e lo sto facendo io personalmente, a nome del Governo. Mi dispiace, peraltro, che i Parlamentari pugliesi siano stati criticati e contestati. Sono reazioni che mi sembrano a dir poco ingenerose. Sono stato personalmente testimone dell'appassionato e infaticabile impegno che hanno profuso, in tutti questi mesi, al fine di mantenere la parola assunta con i propri elettori", ha proseguito Conte, "se 'colpa' deve essere, attribuitela a me".