Giuseppe Conte invoca la creazione di un fronte politico comune per contrastare le destre, e chiede che a farne parte sia anche il M5s. Matteo Salvini lo accusa di vivere di “rabbia e rancore” e gli dà del “poverino”. Il giorno dopo il risultato delle elezioni regionali, il clima politico torna a farsi incandescente riproponendo lo scontro, mai sopito dopo la crisi di governo della scorsa estate, che vede contrapposti il premier e il suo ex vice.
Il fronte progressista chiesto da Conte, con Pd e M5s
Commentando gli esiti delle regionali, il presidente del Consiglio ha chiesto alle forze che compongono l'attuale maggioranza di governo di lavorare a “un ampio fronte contro queste destre”. Conte premette che è “improprio” attribuire un significato politico a livello nazionale ai risultati delle regionali.
Ma, aggiunge subito dopo, che “c’è una prospettiva di più ampio respiro: dobbiamo lavorare per contrastare queste destre e mi auguro si possa rafforzare un ampio fronte, chiamatelo come volete, progressista, riformista, alternativo alle destre dove possono trovare posto tutte le forze che però vogliono condurre una politica alternativa alle destre”.
Conte si definisce un costruttore; e si candida a costruttore di questo fronte progressista in cui chiama direttamente il Movimento 5 stelle, alla vigilia degli stati generali del partito in cui si deciderà la linea da adottare: “Mi auguro che questo progetto possa definirsi sempre più andando avanti nel tempo anche in virtù di un maggior affiatamento tra le forze di governo”.
Poi, ancora una stoccata a Salvini: “C’è stato - ha spiegato il premier - chi ha inteso fare, impropriamente a mio parere, di queste elezioni regionali un referendum contro o pro il governo nazionale; mi riferisco a Salvini, che devo quindi ritenere come il grande sconfitto di questa competizione. I cittadini l'hanno intesa come un referendum contro di lui, quindi ne esce sconfitto”.
Salvini: "Camomilla per Giuseppi"
Il leader leghista non gradisce e ribatte: “Leggo che anche oggi il signor Conte passa il tempo ad attaccarmi e a dire che deve lavorare per contrastare me e le destre. Gli ricordo che deve lavorare per il bene degli italiani, non perché odia qualcuno. Chi vive di rabbia e rancore vive male, poverino. Camomilla per Giuseppi”, dice usando il nome 'twittato' da Trump la scorsa estate.
Ma Conte torna all’attacco dell’ex ministro dell’Interno. Riferendosi a quando Salvini ha citofonato a casa di una famiglia di origine tunisina, mosso dal sospetto che qualcuno dei membri spacciasse, ha detto che il suo atteggiamento gli ha ricordato “pratiche oscurantiste. È un ‘dagli all’untore’”.