Manca ancora l'ufficialità ma "al momento non ci sono le condizioni" per il viaggio a Parigi e per l'incontro con il presidente francese Emmanuel Macron. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, tiene la linea dura. Quello che filtra, alla fine di un mercoledì pomeriggio di riunioni a palazzo Chigi, fotografa una situazione molto delicata dopo lo scontro diplomatico con la Francia.
La visita ufficialmente, viene spiegato da fonti governative, non è annullata ma di fatto "l'orientamento predominante" è questo: non ci sarà nessun incontro con Macron senza un gesto ufficiale di scuse da parte del governo francese.
Posizione che ha avuto il sostegno anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con cui ieri Conte, a margine di un incontro informale durante il quale il premier ha anticipato i nomi dei sottosegretari, si è discusso brevemente anche dello scontro con Parigi.
La decisione di non comunicare ancora con una nota ufficiale di palazzo Chigi la notizia di annullamento della visita, nasce dalla volontà di mantenere un piccolo spiraglio nel dialogo tra Italia e Francia. Quindi, l'ipotesi che il viaggio sia solo rinviato a 'tempi migliori', esiste.
Anche se tra Conte e Macron non c'è stato alcun contatto telefonico e le dichiarazioni a distanza, al momento, non lasciano ben sperare. Ad oggi la tensione tra i due Paesi è forte e, secondo quanto si apprende, non sono mancati i tentativi di mediare con il ministro degli Esteri (non con Macron direttamente, quindi): tentativi che però sono falliti. Da qui la decisione di rinviare la visita. Anche perché, così viene riferito, il fatto che questa mattina all'incontro del ministro degli Esteri, Enzo Milanese Moavero, non si sia presentato l'ambasciatore ma il 'secondo' dell'ambasciata francese (incontro "ruvido", secondo quanto si apprende) è stato interpretato come uno 'sgarbo'. I
ll premier Conte, quindi, ha deciso di tenere la posizione e tutto il governo, viene spiegato, condivide la sua linea. Tanto che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che era già pronto per partire, è stato di fatto 'stoppato'. L'idea è di dare l'immagine di un governo forte e coeso.