Ad agitare le acque della maggioranza e a far crescere la reciproca diffidenza tra Cinquestelle e Lega, questa volta è il caso di un sospetto “condono edilizio” su “piccoli abusi per le licenze ottenute prima del ‘77”. Ne parla con forza ed evidenza il Corriere della Sera con un titolo al centro della prima pagina (“Un condono agita il governo”) sia Il Fattoquotidiano (“Sblocca cantieri, spunta il condono della Lega”. Ma al vertice di Palazzo Chigi il M5s fa muro”).
“L’ultimo scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle si accende sul colpo di spugna sui piccoli abusi edilizi”, racconta Enrico Marro sul quotidiano di via Solferino svelando anche “la norma” di come funzionerebbe il condono: “Una norma comparsa lunedì nelle bozze del decreto legge «sblocca cantieri» che dovrebbe essere approvato mercoledì dal consiglio dei ministri. Il blitz sarebbe stato messo a punto dalla Lega che, come ha spiegato Matteo Salvini, vuole che il decreto non trascuri il sostegno all’edilizia privata. Ma i 5 Stelle sarebbero contrari. E questo non è l’unico punto di disaccordo sulla bozza del provvedimento, che i pentastellati avevano preparato in solitaria nei giorni scorsi ma sul quale la Lega sta intervenendo con pesanti modifiche. Ultima, appunto, la cancellazione delle piccole irregolarità sui vecchi edifici”.
Ovvero: “Si tratterebbe, in sostanza, di porte e finestre spostate o cambiate di dimensione e di altre piccole variazioni nelle costruzioni precedenti il 1977 che verrebbero così regolarizzate ope legis. L’articolo che ha fatto infuriare i 5 Stelle è il 37 bis. In esso si stabilisce che «non costituiscono violazione edilizia» (il colpo di spugna, appunto) le opere «eseguite in corso di edificazione» in variazione alle licenze rilasciate prima della legge 28 gennaio 1977, «ma non costituenti totale difformità».
In questi casi basterà avere il «certificato di abitabilità o agibilità» e questo regolarizzerà la situazione costituendo «attestazione di conformità di quanto realizzato». Ammesse al colpo di spugna anche «le irregolarità geometriche e dimensionali di modesta entità eccedenti il 2% (al di sotto già ora la legge non lo considera un abuso, ndr), la collocazione di impianti e opere interne» a condizione che «non pregiudichino l’agibilità dell’immobile».
«La Lega vorrebbe una sorta di condono edilizio per sanare le irregolarità dei vecchi edifici – scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio -, ma il Movimento 5 stelle fa muro. Ci sarebbe anche questo all’interno del cosiddetto decreto legge Sblocca cantieri, al centro di un vertice che si è svolto in serata a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte. In attesa dell’approdo mercoledì sul tavolo del Consiglio dei ministri, il dl rischia di diventare nuovo terreno di scontro tra Lega e M5s. Il Carroccio, infatti, avrebbe raccolto in un documento di 24 pagine le proposte da inserire nel provvedimento. Ma inserendo in chiusura del dossier quello che nel M5s tacciano come un vero e proprio condono edilizio per i privati».
Chi è invece in grado di rivelare quanti si sono seduti al tavolo nel vertice di Palazzo Chigi sul “condono” è la Repubblica, che pubblica anche la foto del documento: un incontro “a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i ministri Danilo Toninelli e Giovanni Tria, i sottosegretari Armando Siri, Edoardo Rixi e Laura Castelli insieme ai tecnici dei ministeri. Secondo i 5S sarebbe la Lega a volere il minicondono” anche se “nonostante le 24 pagine, fonti del Carroccio smentiscono le ipotesi di condono edilizio "nè nello sblocca cantieri nè in altri provvedimenti. La Lega è contraria a ogni tipo di condono".
Per nulla allarmato il racconto del quotidiano di Confindustria Il Sole 24 Ore, per quanto riguarda i lavori in casa: “Dopo modifiche e chiarimenti tardivi, accelera la possibilità di «monetizzare» le detrazioni. Accanto alle piattaforme per lo scambio degli sconti sul mercato operano anche le utility. Il 2019 è il primo vero banco di prova per il sistema ideato per aiutare i privati a riqualificare gli immobili”.
Marco Cremonesi, sul Corriere, è però in grado di sondare gli umori del momento vicepremier leghista e del suo entourage, tanto da scrivere che in Matteo Salvini si annida un sospetto: “«I 5 Stelle hanno cambiato strategia: vogliono farci male». L’indicatore più affidabile della tensione tra Lega e M5s è nella frase del vicepremier leghista, che sbotta in mattinata: «La Lezzi si occupi delle regioni del Sud, che hanno bisogno di qualcuno che lavori a tempo pieno».
Salvini proprio non ce la fa a tenersi, con chi gli chiede un commento alle parole della ministra 5 Stelle Barbara Lezzi che aveva bocciato la flat tax come «promessa che non si può mantenere». E dire – scrive il giornalista – “che non era ancora detonato il caso di giornata, quello sul presunto condono che i leghisti — secondo fonti 5 Stelle — vorrebbero introdurre nel decreto Sblocca cantieri. Il bello è che giusto ieri mattina lo stesso Salvini aveva fatto circolare per l’ennesima volta il suo comandamento ai parlamentari: «Non cadete nelle provocazioni, non commentate, non fate nulla che possa aumentare la tensione». Poi, il mordersi la lingua è stato troppo difficile anche per lui. Anche perché la frase di Lezzi gli è stata riportata poco dopo che lui si era fatto rimandare il testo del contratto di governo per rileggersi il punto riguardante la flat tax «che c’è sempre stata anche per le famiglie»”.