Ha fatto "notizia", diventando virale, un articolo pubblicato ieri da La Gazzetta del Mezzogiorno sul presunto "assalto" da parte di "raffiche" di cittadini della città di Giovinazzo (un Comune di poco più di 20mila abitanti dell'area metropolitana di Bari, in Puglia), che si sarebbero presentati a frotte per chiedere i moduli per l'immediato pagamento del reddito di cittadinanza in seguito alla vittoria alle elezioni dello scorso 4 marzo del Movimento 5 Stelle.
I sito Valigia Blu ha voluto vederci chiaro e ha passato al setaccio gli articoli usciti oltre a contattare gli autori e a ricostruire la diffusione della notizia
L'articolo inizia a essere rilanciato sui social network e, nel breve volgere di una mattinata, una notizia di cronaca locale diventa di carattere politico nazionale.
Il sito riporta che "Porta Futuro" di Bari, uno dei Caf citati negli articoli, ha scritto in uno status su Facebook che le richieste di informazioni da parte di cittadini sul reddito di cittadinanza non costituisce nulla di sconvolgente: "Succede ogni volta che vengono divulgate notizie rilevanti per le politiche del lavoro e per la vita dei cittadini, come è avvenuto per altre proposte legislative promosse negli ultimi mesi. Il nostro compito è esattamente questo: informare e fornire chiarimenti su tutto ciò che riguarda le politiche del lavoro".
"È chiaro che mai il Movimento 5 Stelle, così come si potrebbe dedurre dai commenti anche di alcuni politici, ha promesso che una volta vinte le elezioni, senza nemmeno insediarsi il governo, il reddito di cittadinanza sarebbe stato già disponibile e che sarebbe bastato rivolgersi ai Caf per ottenere moduli" scrive Valigia Blu, "Da questo punto di vista non c'è stata nessuna aspettativa delusa come si lascia intendere. Ma siamo di fronte eventualmente, come già detto, a persone che non hanno gli strumenti per gestire in modo corretto l'informazione che ricevono. Pochi casi isolati che comunque dovrebbero far riflettere perché indice di disperazione per la situazione disagiata in cui versano. E invece la notizia gonfiata e distorta è diventata virale perché costruita in modo da incontrare, alimentare, soddisfare pregiudizi e idee preconcette contro, in questo caso, il Movimento 5 Stelle e suoi elettori.