Pochi mesi fa il mondo si era interrogato sulla 'coalizione Giamaica', la maggioranza di governo che a Berlino avrebbe dovuto unire sotto la guida di Angela Merkel, il nero del simbolo Cdu, il giallo dei liberali e il verde degli ambientalisti. Una unione nuova, originale, improbabile e non a caso mai nata.
Ora, dopo elezioni che non hanno dato una maggioranza stabile e omogenea, anche in Italia ci si interroga su quale 'colore' potrà avere la coalizione che sosterrà il prossimo governo della Repubblica e si oscilla tra il vessillo romanista e quello del Brasile. Calcisticamente parlando non c'è partita, ma la politica segue altri schemi e il campionato è ancora tutto aperto.
Se il centrodestra trovasse in Parlamento i voti necessari per governare da solo, l'alleanza sarebbe verde-azzurra, con un tocco di bianco di Fdi. E se si volesse trovare una bandiera in tinta, si dovrebbe scegliere tra due paesi africani, Gibuti e Sierra leone, o ricorrere all'Uzbekistan.
Sarebbe giallorosso, senza alcun riferimento calcistico ovviamente ma assai simile ai colori della Roma (o el Lecce), un eventuale governo M5s-Pd. E resterebbe tale anche se si aggiungesse una parte di Leu, che sempre al rosso si richiama.
Sarebbe invece verde-giallo un eventuale governo M5S-Lega, e dunque i colori richiamerebbero immediatamente la bandiera del Brasile, nella quale però campeggia anche un mappamondo blu.
Sarebbe stata rosso-azzurra, invece, una eventuale coalizione tra Fi e Pd, che però non ha i numeri sufficienti, e per cercare una bandiera adeguata si sarebbe dovuto pensare al Lussemburgo o alla Repubblica democratica del Congo.
Queste bandiere saranno tutte sventolate nelle prossime settimane, alcune saranno anche usate come drappi rossi davanti al toro per spronare partiti riottosi a trovare una convergenza prima impensabile. Forse nasceranno anche nuove alleanze, più o meno durature, e solo tra qualche settimana sapremo quale avrà qualche possibilità di successo.