La mancanza di stabilità politica sta tagliando fuori l’Italia dalla Nuova Via della Seta. La pensa così Han Bingchen, ex corrispondente in Italia per il Quotidiano del Popolo, organo del Partito Comunista Cinese, che in una intervista all’Agi ha spiegato la crisi istituzionale vista da Pechino.
“L’Italia potrebbe giocare un ruolo importantissimo nel quadro Bri, ma ora è di nuovo tutto fermo”, elabora Han. Solo pochi giorni fa, il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, aveva riaffermato la speranza che Italia e Cina possano rafforzare la cooperazione bilaterale lungo l’iniziativa infrastrutturale Belt and Road (BRI). Ne aveva parlato con il suo omologo Alfano a margine del G20 a Buenos Aires, un incontro al quale l’agenzia Xinhua aveva dedicato un articolo. Sul tavolo bilaterale si lavora alla firma del memorandum d’intesa per sancire l’ingresso ufficiale.
La pazienza inizia a esaurirsi
I cinesi sono signori e mantengono la parola. Ma la sfiducia inizia a serpeggiare. Nel 2014, a un anno dal lancio del progetto voluto dal presidente cinese Xi Jinping con l’obiettivo di collegare via terra e via mare Asia, Africa ed Europa, Han varcò la soglia di Palazzo Chigi per intervistare Matteo Renzi, il quale “mostrò grande determinazione nella partecipazione italiana al progetto”. Si era innescata una spirale positiva nei contatti diplomatici. “Un grandissimo lavoro è stato successivamente svolto dal presidente Mattarella (in visita in Cina a febbraio scorso, ndr) e da Paolo Gentiloni”.
Proprio il premier uscente, dopo aver incontrato Xi al Forum internazionale di Pechino, nel maggio scorso, aveva rivelato "l'esplicita intenzione" della leadership cinese di investire su Trieste e Genova. “Ma oggi l’Italia perde terreno rispetto ad altri Paesi più stabili che stanno beneficiando della cooperazione win-win con la Cina”.
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La crisi politica italiana e il suo riverbero sui mercati internazionali occupa la prima pagina dei più importanti giornali cinesi, che la identificano come un segnale della vulnerabilità dei sistemi politici occidentali. L’immagine del presidente del Consiglio incaricato, Carlo Cottarelli, ritratto mentre esce dal palazzo del Quirinale, è in prima pagina sul popolare tabloid Global Times, che dedica alla situazione politica italiana anche un duro editoriale firmato nelle pagine interne (“Il caos politico ha messo a repentaglio non solo l’unità dell’Europa, ma anche la stabilità economica globale”).
Sul quotidiano China Daily, a comparire in prima pagina è un’immagine del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con al fianco sempre Cottarelli (“La mossa di Mattarella suggerisce che stia cercando di evitare che il suo Paese segua l’esempio del Regno Unito ed esca dall’Unione Europea).
Un editoriale campeggia oggi anche sulla prima pagina del Quotidiano del Popolo. Han, che segue la politica italiana dalla redazione di Pechino, studia da tempo la crisi in cui si è aggrovigliata l’Italia. “Mattarella ha fatto quello che poteva; mi ha fatto infuriare che qualcuno sui social abbia scritto che la mafia ha ucciso il fratello sbagliato. L’Italia è uno stato di diritto, il presidente ha agito in coerenza con la Costituzione, come fece il Presidente Napolitano nel 2013 (con il mancato sostegno a Bersani, ndr). Massimo rispetto al professor Savona, ma un ministro dell’economia euroscettico rievoca la crisi del 2015”.
"Un esecutivo giallo-verde non sarebbe la fine del mondo"
Mentre si attende che Cottarelli sciolga la riserva, e riprende quota l’ipotesi di un governo giallo-verde a guida Salvini, agli occhi di Han il professore bocconiano ricorda Mario Monti: “Agli italiani può non piacere, ma non bisogna dimenticare chi ha avuto il coraggio di tirare fuori l’Italia dagli anni più duri della crisi”.
Non solo. “Un governo giallo-verde non sarà la fine del mondo. Salvini e Di Maio hanno parlato molto di un governo di cambiamento, ma devono sapere di quale cambiamento l’Italia ha realmente bisogno. Devono accettare il fatto che il debito pubblico non è tutta colpa dell’Unione Europea; e continuare sulla strada della riforma, indispensabile per ottenere la fiducia dei mercati, far tornare gli investimenti e venire fuori dalla crisi”.
L'importante è la stabilità
La Cina considera l'Italia un importante partner strategico all'interno dell'Ue. “Naturalmente vogliamo la stabilità, inclusa la stabilità politica ed economica, e auspichiamo che un governo si possa formare senza intoppi", ha dichiarato nei giorni scorsi la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying. Il governo cinese – aveva detto – è fiducioso rispetto alla situazione politica in Italia e auspica che un nuovo governo si possa formare "senza intoppi".
In Cina si dice che la stabilità garantisce lo sviluppo (稳定是发展的前提). “Spero che un governo giallo-verde o un governo tecnico targato Cottarelli possano contribuire alla stabilità che l’Italia non ha mai conosciuto”, ha concluso Han.