"Il sistema Paese è inadeguato: nessuno controlla e ci si affida al fato, salvo scatenarsi, dopo una tragedia, in un'inammissibile fuga dalle responsabilità. È sconvolgente". Lo dice Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità anticorruzione, intervistato da 'La Stampa'. Per Cantone:
"La fuga dalle responsabilità è un classico italiano. Faccio un esempio: se affitto la mia casa a un inquilino che me la distrugge, intervengo per fermarlo o allargo le braccia? Lo Stato, non dimentichiamolo, resta proprietario delle infrastrutture anche se le dà in gestione. È inammissibile che abdichi alle sue responsabilità, delegando ai privati".
Il presidente dell'Anac afferma che "servono regole chiare. L'ambiguità sulle competenze è disastrosa: tutti si sentono autorizzati a non fare niente", e sottolinea:
"Siamo un popolo che invoca trasparenza, purché comincino gli altri. Su questo si gioca la credibilità del patto Stato-cittadini. Si rischia - avverte Cantone - una frattura democratica: se chi ha potere di fare pressioni conta più di decine di milioni di persone, la trasparenza diventa una parola vuota, ipocrita e beffarda".
Parlando del monitoraggio sulle concessioni, non solo autostradali, Cantone rivela che "incontra resistenze. Fatichiamo a ottenere le carte. Ma il quadro ci è chiaro: s'è stratificato un inaccettabile livello di appropriazione di beni pubblici. Un buco nero in un campo cruciale della vita democratica". Nel crollo del ponte Morandi a Genova, secondo Cantone:
"Ci sono responsabilitàà omissive. Chi aveva l'obbligo di intervenire per evitare l'evento? Il concessionario, certo. E nessun altro? Effettivamente gran parte dei poteri è stata delegata al concessionario, ma non vuol dire che l'autorità pubblica puo' disinteressarsi dei controlli".
Ma, avverte Cantone, "sugli appalti circolano molte leggende metropolitane. Come quelle sui coccodrilli nelle fogne di New York". L'Anac, dice Cantone, monitora sulle concessioni ma:
"Incontra resistenze. Fatichiamo ad ottnere le carte. Ma il quadro ci è chiaro: s'è stratificato un inaccettabile livello di appropriazione di beni pubblici. Un buco nero in un campo cruciale della vita democratica [...] Oggi si parla di Autostrade, ma vale anche per altri settori cruciali: il privato concessionario fa quello che vuole, si comporta come fosse il proprietario e nessuno lo controlla".