"Non vado alla Leopolda" e "pronto a candidarmi con il Fronte". Lo sostiene, in un'intervista a 'La Stampa' l'ex ministro Carlo Calenda. Il Pd - spiega - oggi è diviso "fra chi aspetta il terzo avvento di Renzi e chi la crisi di governo per fare una alleanza con M5S". Due "strategie perdenti".
Bisogna invece "creare con liberali, liberaldemocratici, socialdemocratici e cattolici popolari, un grande fronte che non sia solo 'contro', ma che abbia il preciso scopo rifondativo della democrazia liberale, secondo principi di maggiore equità che riportino anche la forza dello Stato nella sua dimensione nazionale e internazionale".
Da Macron a Tsipras
"Se ci sarà questo nuovo fronte - aggiunge - sarò in prima linea. Anche perché sono convinto che anticiperebbe l'evoluzione europea attesa, con il dialogo che va da Macron a Tsipras. E' esattamente quello che vedo accadere". Per quanto riguarda la manovra, secondo Calenda, si tratta di "una finanziaria truffa perché i numeri sono falsi e perché espone l'Italia a un rischio mortale. Non c'è nulla di sviluppo, dunque è assistenziale", "il problema è che quando scrivi dei numeri falsi, le persone che ti devono dare dei soldi per investire, o per finanziarie il tuo debito, non si fidano e hanno paura. Gli unici che hanno fatto qualcosa di simile sono i greci".
"Non hanno idea di come funziona l'economia"
E anche il reddito di cittadinanza, "è una presa in giro. Per come lo stanno disegnando, scommetto che non partirà prima di metà anno, non senza difficoltà visto che la gestione è complicata. E poi non hanno idea di come funziona l'economia. Anche se metti 10 miliardi per le spese dei "poveri", dai consumi che generi devi detrarre i beni importati, che presumibilmente saranno maggioritari. Detto questo, trovo mortificante e vagamente immorale l'obbligo a spendere tutto".