La giornata registra anche l'addio dell'eurodeputato Carlo Calenda, che ha inviato una lettera ai vertici del partito per comunicare le sue dimissioni dai Dem. "Caro Nicola, Caro Paolo, vi prego di voler accettare le mie dimissioni dalla Direzione Nazionale del Partito Democratico", scrive Calenda in una lettera pubblicata su Huffington Post.
"È una decisione difficile e sofferta", prosegue Calenda, "nell'ultimo anno e mezzo ho sentito profondamente l'appartenenza a un partito che, per quanto diviso e disorganizzato, consideravo l'ultimo baluardo del riformismo in Italia. Per questo mi sono iscritto al Pd all'indomani della sconfitta più pesante mai subita dal centrosinistra". Poi sottolinea: "Dal giorno della mia iscrizione ho chiarito che non sarei rimasto nel partito in caso di un accordo con il M5S. La ragione è semplice: penso che in democrazia si possano, e talvolta si debbano, fare accordi con chi ha idee diverse, ma mai con chi ha valori opposti. Questo è il caso del M5S".
Quindi Calenda specifica: "Nell'ultimo anno sono stato molte volte in disaccordo con le decisioni del Partito, ma ho sempre rispettato il volere della maggioranza. Questo caso è differente. Stringendo l'alleanza con il M5S, il Pd rinuncia a combattere per le sue idee e i suoi valori. E questo non posso accettarlo". Quanto alla sua collocazione nell'Europarlamento, l'eurodeputato comunica: "Lavorerò in Europa nel gruppo SeD, mentre in Italia rafforzerò SiamoEuropei per dare una casa a chi vuole produrre idee concrete per una democrazia liberal-progressista adatta a tempi più duri e non ha paura del confronto con i sovranisti".