“È stato un tragico errore avere aperto a un nuovo governo prima dell’apertura della crisi” e tutto questo “per eccesso di protagonismo”. Non fa sconti a Matteo Renzi Francesco Boccia, deputato democratico, dal primo agosto componente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Sistema bancario e finanziario della XVIII Legislatura e da luglio anche responsabile Economia e società digitale del Pd. Un errore, perché tra le altre cose “ha dato ai 5Stelle una centralità enorme” mentre “solo dopo l’apertura della crisi e la sintesi del presidente della Repubblica avremmo posto le nostre condizioni nette per una maggioranza di legislatura o voto immediato”, dice in un’intervista a la Repubblica in edicola.
E così, anche sull’ipotesi di una “coalizione Ursula” avanzata domenica 18 agosto dall’ex premier Romano Prodi in un editoriale su Il Messaggero, Boccia dice che in Italia avrebbe senso solo “se ci fossero impegni chiari” perché, di fatto, “con la destra e la sinistra insieme in Europa sono cresciuti i nazionalismi”. Ed è ancora troppo presto per poter dire se “con la von der Leyen, donna del Ppe, si cambia passo”, lo si capirà nei prossimi mesi. E al momento l’esito che ha portato von der Leyen ai vertici della Commissione non è condizione né necessaria né sufficiente per poter “far nascere un governo in Italia”.
Quindi Boccia si esprime sulla necessità di andare quanto prima al voto, “per fare chiarezza” e anche perché “quando si è chiari non si ha mai paura del voto”. Anche perché oggi le discriminati sono chiare ad avviso del deputato dem: “O si sta con il lavoro, l’equità, la giustizia sociale o si sta con le destre per i dazi e contro l’Europa. Non c’è una via di mezzo e chi la cerca comprando tempo attraverso la gestione del potere, commette un grave errore politico”. E dopo tutto quel che è successo tra Lega e M5s in questo quasi anno e mezzo “diventa necessario capire chi vuole rappresentare cosa” tanto che oggi ci sono le stesse possibilità “che ci furono nel 1996 quando tutti davano per vincente Berlusconi ma vinse a sorpresa Prodi”. Certo, “in un mondo diverso”.
Quindi, proprio Boccia - che all’indomani del voto del 4 marzo era favorevole a intese con i 5Stelle contro la tattica del “popcorn” (nessun dialogo) voluta da Renzi, e che continua a ritenere che sia stato un grave errore politico di Renzi e Di Maio protagonisti della rottura del 2018 senza neppure un confronto – pensa che oggi il dialogo si può costruire “ma dopo il voto, se non c’è una maggioranza” e “non dopo un governo di destra come quello M5Stelle-Lega esaltato per 14 mesi e poi scaricato dagli stessi protagonisti”.
Quindi è “più giusto sfidare a viso aperto Salvini andando al voto” ma se poi dovesse esserci un governo Pd-5Stelle, allora “Renzi dovrebbe impegnarsi direttamente con il coinvolgimento di personalità a lui vicine come Maria Elena Boschi”, dice a chiusura dell’intervista.