Che la locuzione fake news, ripetuta fino essere svuotata di significato, sarebbe entrata di prepotenza in una campagna elettorale di fatto già in corso era evidente già prima che scoppiasse il caso sollevato da New York Times e BuzzFeed. Così come era prevedibile che i venti della nuova Guerra Fredda tra Mosca e Washington avrebbero finito per investire con crescente violenza l'Italia, Paese che da un lato è solido alleato degli Usa dal dopoguerra e dall'altro ha mantenuto relazioni costruttive con il Cremlino anche nei giorni più bui della crisi ucraina. Questa volta, però, le voci su interferenze russe nel processo politico italiano non sono diffuse da una testata giornalistica, per quanto blasonata, ma da Joe Biden, ex vice presidente degli Stati Uniti all'epoca di Obama.
In un articolo pubblicato su Foreign Affairs, Biden ha riproposto le accuse rivolte da più parti a Vladimir Putin di aver cercato di influenzare le recenti tornate elettorali in Europa sostenendo i partiti sovranisti e nazionalisti con fondi o attraverso una rete di disinformazione. Una questione, ovviamente, assai complessa: se da una parte le testate vicine al Cremlino, come Rt o Sputnik, hanno sempre dipinto in una luce quantomeno non sfavorevole partiti come Afd e Marine Lepen volò a Mosca per una foto con Putin a beneficio dei suoi elettori, dall'altra non è semplice sostenere che le "troll farm" russe rispondano direttamente al presidente, così come l'informazione distorta o parziale non è certo esclusiva di Mosca, né lo è l'influenza nelle elezioni altrui. Quel che è sicuro è che mai i partiti italiani antisistema erano stati accusati in maniera così esplicita di legami con la Federazione.
Biden si candida come anti-Trump nel 2020?
L'articolo si intitola "How to stand up to the Kremlin", ovvero "come fronteggiare il Cremlino". Un titolo programmatico, che, come sottolinea La Stampa, è stato interpretato da molti osservatori come "la conferma che Biden sta ancora considerando la possibilità di candidarsi alla Casa Bianca nel 2020", visto "quanto sta avvenendo negli Usa con l’inchiesta sulla collusione tra la campagna elettorale di Trump e Mosca". Il quotidiano torinese ricorda inoltre che "l’ex vice presidente era alla Casa Bianca, quando nell’autunno del 2016 il dipartimento di Stato inviò una missione a Roma per informare l’ambasciata di Via Veneto sui sospetti di ingerenze del Cremlino, ed era con Obama quando poco dopo ricevette l’allora premier Renzi a Washington".
Secondo Biden, la Russia avrebbe interferito nel referendum costituzionale dello scorso dicembre per far vincere il "no" e oggi "un simile sforzo russo è in corso per sostenere il movimento nazionalista della Lega Nord e quello populista dei Cinque Stelle in Italia, in vista delle prossime elezioni parlamentari". Una frase che, in Italia, ha inevitabilmente innescato una polemica che non appare destinata a esaurirsi in un giorno.
Le reazioni
Alessandro Di Battista sdrammatizza su Facebook. E rimarca: "come noi non accettammo l'ingerenza di John Phillips, ex ambasciatore Usa in Italia, il quale fece campagna per il Sì dimenticando ogni minima regola diplomatica, allo stesso modo non accetteremmo mai alcuna ingerenza da parte di altri Paese".
Il Pd, dalla sua, chiede al governo di mettere in atto concreti passi diplomatici per chiarire la vicenda. "Chiedo che il ministro degli Esteri, Alfano, convochi l'ambasciatore americano e che il ministro dell'Interno, l'Agcom e il Garante per la privacy organizzino un tavolo per delineare la strategia necessaria per evitare che il risultato delle prossime elezioni sia falsato", dice la Dem Alessia Morani, mentre Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli affari europei, afferma la "necessità di un approfondimento" di parole che "vanno prese molto sul serio".
Matteo Renzi, nella sua enews, mantiene invece una linea più cauta, non grida alla cospirazione ma ironizza sul Movimento Cinque Stelle che "ha deciso di attaccare l'ex vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, reo di aver citato il referendum costituzionale dello scorso anno come una delle campagne elettorali considerate 'a rischio'. Appena possono tuffarsi in un complotto - vero o presunto - gli uomini del Blog sono felicissimi. Sono nati del resto parlando di scie chimiche, sirene, falsi allunaggi: hanno una certa esperienza nel settore". Rimane invece silente anche questa volta il politico italiano che con Putin vanta i rapporti più stretti, tanto da essere volato a Mosca per il suo ultimo compleanno: il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.
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"Secondo me si deve imparare a perdere in questo Paese. Non possono utilizzare il complottismo sui russi per spiegare perché hanno perso il referendum", controreplica Luigi Di Maio, liquidando il tutto come 'fake news', "abbiamo rifiutato gli aiuti pubblici italiani, figurarsi se abbiamo mai pensato di riceverne di stranieri". "Renzi ha perso il referendum e perderà le elezioni, perché gli italiani hanno buon senso, non perché lo vuole Putin", sintetizza Matteo Salvini. "Un buon rapporto con la Russia è strategico per l'Italia e per le imprese italiane, le sanzioni contro Mosca sono una follia che toglieremo. Non perché lo dice Putin, ma perché è nell'interesse nazionale italiano. E lo faremo non perché qualcuno ci paga, ma perché è semplicemente giusto. Il resto è fake news", conclude il segretario della Lega, rilanciando quella che è sempre più la parolina magica destinata a farci compagnia per tutta la campagna elettorale.
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