Al termine di una giornata in cui si attendeva solo il passo di lato del leader di Forza Italia per far nascere un governo a guida M5s e Lega, Silvio Berlusconi utilizza poche righe per bloccare qualsiasi tentativo e smentire qualsiasi apertura. Il Cavaliere mette in chiaro: nessun appoggio esterno, non possiamo accettare veti.
Renzi lancia Gentiloni
Sul fronte del Pd si ragiona sui passi da compiere qualora si dovesse davvero tornare a elezioni in tempi brevi (l'Assemblea deciderà sabato 19) e Matteo Renzi lancia la premiership di Paolo Gentiloni (che ha presieduto "l'ultimo Consiglio dei ministri"): sarebbe lui il candidato dem, afferma Renzi. Ipotesi avanzata anche da una dei fedelissimi dell'ex premier, Maria Elena Boschi. "Tendenzialmente sarà Gentiloni, specie se si voterà presto. Naturalmente non voglio tirarlo per la giacchetta", dice Renzi.
Nella testa di M5s una sola idea: votare
Alla vigilia del possibile annuncio da parte di Sergio Mattarella della personalità scelta per guidare il governo di tregua e di servizio, sono proseguiti i contatti tra pentastellati e leghisti, ma al momento nulla di nuovo è all'orizzonte. Con Luigi Di Maio che continua a chiedere il ritorno alle urne già a giugno ("pronti a votare un decreto" che lo consenta, velocizzando le procedure per il voto degli italiani all'estero) e Matteo Salvini che non chiude gli ultimi spiragli ma incassa il no di Forza Italia al governo indicato dal Colle ("siamo leali", garantisce la capogruppo azzurra Mariastella Gelmini).
Insomma, a forse 24 ore dal nuovo governo, solo il Pd si dice pronto a votare la fiducia in Parlamento. Il capo politico dei 5 stelle ribadisce il suo 'no': "Un governo non può essere mai neutrale. E questo non per criticare le decisioni del Presidente, ma perché si dovranno affrontare delle scelte".
L'ultima speranza di Salvini
Anche il leader della Lega di governo di tregua non vuol sentir parlare e non demorde: "lavoro fino all'ultimo minuto per far partire un governo, e qualche possibilità ancora c'è, altrimenti l'unica cosa che si può chiedere è la data delle elezioni. Il prima possibile perché gli italiani hanno fretta", spiega.
Ma Di Maio non offre appigli: "Dopo 65 giorni ho smesso di sperare che ci possa essere una svolta. Ora se ci dovessero essere delle novità" da parte della Lega "devono andare dal presidente della Repubblica e spiegargli per filo e per segno" quali siano.