“Vertice produttivo, manovra chiusa”. In un intervista a Il Messaggero di Roma, la ministra per l’Agricoltura Teresa Bellanova risponde così sul primo incontro della maggioranza a Palazzo Chigi dopo la bufera del voto in Umbria. “Siamo riusciti a trovare i migliori punti di equilibrio”, puntualizza Bellanova, secondo cui l’incontro è da considerarsi come “una bella prova di tenuta della maggioranza”.
Ma poi la ministra non nega che si tenterà in Parlamento di cambiare qualcosa, per esempio su Quota 100, senza “nessun intento punitivo” nei confronti di chi va in pensione ma secondo criteri di “elementare giustizia sociale”. Ovvero, “se la coperta è stretta, e troppe categorie fragili rimangono tagliate fuori da una misura che guarda solo a chi ha reddìti garantiti”, c’è l'obbligo secondo la titolare del dicastero agricolo, “di considerare l'intera platea e trovare una soluzione”. Ad esempio “per le donne. per i lavori usuranti, per chi ha lavorato una vita in modo però discontinuo”.
Ma Conte sta anche pensando di rilanciare l’idea di una legge delega per riformare l’Iva e l’Irpef, e Bellanova dice che “è un’idea” ma “si tratta di una questione delicatissima” e sulla quale forse sarebbe il caso di valutare e verificare “se prima non ci siano altre priorità”. Quindi “prima leggiamo le carte!” consiglia la ministra.
Sul dopo voto umbro, Bellanova dice che è importante che Conte e io governo reggano “perché l’Italia non può permettersi il lusso di perdere tempo”, tante e tali sono le questioni e le soluzioni da affrontare: “serve un governo nel pieno delle sue prerogative”. E la prima emergenza “si chiama lavoro” e su questo tema “non si può dipendere né dagli umori né dai timori, vantaggi, furbizie di questa o quella forza politica”.
Quanto all’aggressività della destra, Bellanova sostiene che “Salvini ha sollevato falsi problemi a cui ha cercato di dare pessime soluzioni” e che “la sua violenza e il suo bullismo istituzionale, la costruzione del nemico sociale a tutti i costi, hanno prodotto danni enormi”. La questione migranti, ad esempio, sostiene la ministra, “è del tutto sotto controllo”, a dimostrazione di quanto “fosse artificiosamente gonfiata con violazioni delle norme”, ma soprattutto “in spregio a qualsiasi spirito umanitario”.
Italia viva non vuole la crisi, osserva il quotidiano romano, e se in Parlamento vi fosse una maggioranza in grado di supportare un altro governo, il capo dello Stato non potrebbe sciogliere, è cosi?, chiede il giornalista. Ma Bellanova rifiuta la risposta dicendo che “non partecipo a questo gioco” anche per il “troppo rispetto del Presidente Mattarella”.
E Draghi? Non va “tirato per la giacchetta, non lo trovo elegante” dice la ministra. Per Italia viva è necessario trovare un argine all’asse Pd-Conte? “L’unico argine che dobbiamo trovare è alla deriva populista” risponde “sovranista e antieuropea nella quale è precipitata parte del Paese”.
Elezioni in Emilia. Se la maggioranza perde Salvini e Meloni chiederanno il voto. All’osservazione, Bellanova risponde solo che “le crisi si aprono quando viene meno il consenso parlamentare e la questione rientra nelle prerogative del Presidente della Repubblica”, le elezioni “non le decidono né Meloni né Salvini”. E comunque Italia viva sosterrà Bonaccini “a spada tratta e convintamente”. E tra l’altro, “il contesto emiliano-romagnolo è ben diverso da quello umbro”, chiude la ministra.