"In quel centrosinistra di cui straparlano si è privatizzato liberalizzando e in tanti casi si è mantenuto un sostanziale controllo pubblico. Prima di affermare certe cose, Toninelli farebbe bene ad andare a vedere chi è l'unico ad aver rimesso mano davvero a una concessione, e come l'ha fatto".
A dirlo, intervistato da 'Repubblica', è l'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. "Nella Finanziaria del 2001 ho inserito una norma che cancellava le concessioni per le tratte in fase finale dell'Alta velocità ferroviaria e introduceva le procedure pubbliche di gara mettendo in subbuglio tutto il sistema delle costruzioni. Quando si parla di centrosinistra ci si ricordi di questo. Così siamo riusciti a risparmiare il 30% del costo delle opere. Ma poi il governo successivo, quello guidato da Berlusconi e del quale faceva parte anche la Lega, ripristinò le concessioni".
Uno Stato carente
"In quelle stagioni - aggiunge l'ex ministro prima dell'Industria e poi dei Trasporti - siamo stati condizionati da fattori pesanti. C'era un debito pubblico gigantesco e il pressing dell'allora Commissario Ue alla concorrenza Van Miert. Insomma, il percorso che ci ha portato nella moneta unica ci costringeva alle privatizzazioni. Ma io mi sono mantenuto sempre fedele a due principi fondamentali: non si privatizza senza liberalizzare e le concessioni vanno evitate il più possibile. Una cosa o è pubblica o è privata ma in un Paese, come il nostro, che ha una statualità molto carente, le concessioni tendono naturalmente a trasformare lo Stato stesso in spettatore. Dunque, riformerei il sistema rivedendo le concessioni, spacchettando e andando a gara per le funzioni in cui è possibile".
"Questo governo usa i problemi invece di risolverli"
Per quanto riguarda più in generale il giudizio sul nuovo governo, "dico solo che stanno usando i problemi invece di provare a risolverli. Stanno seminando per far crescere il consenso. Sulla questione dei migranti, ad esempio, sventolano buoni argomenti per suscitare cattivi sentimenti. Picchiare il pugno sul tavolo dell'Europa si può fare, ma non ricattando a bordo di una nave delle povere donne violentate. De Gaulle boicottò le riunioni del consiglio dei Ministri della Cee lasciando la poltrona vuota".
Per quanto concerne la sinistra invece, "siamo davanti a una strada lunghissima e il primo passo da fare dovrebbe essere quello di un centrosinistra, di un Pd che riconosca di aver fatto degli errori e che dica chiaramente a quelli che non lo hanno votato che qualche buona ragione ce l'avevano. Con meno di questo, su quella strada non c'è neanche il primo passo".
Red/Car