La riforma sull'autonomia si deve fare, mettendo da parte i pregiudizi e ripartendo dal lavoro già fatto, senza accrescere il divario tra Nord e Sud. Fanno fronte comune i presidenti di Lombardia, Attilio Fontana, dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e della Liguria, Giovanni Toti, che hanno partecipato al panel "La voce delle regioni" al Forum Ambrosetti, insieme al governatore della Campania, Vincenzo De Luca. E portano a casa già un risultato: il neo ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, dalla Puglia invita a moderare i toni ma annuncia che andrà presto a incontrarli: "Voglio rassicurare Fontana", ha detto Boccia, "andrò da lui, da Toti, Zaia, Bonaccini. Dobbiamo improntare il rapporto su una collaborazione senza verità inconfutabili, non reagirò a nessuna provocazione. Consiglio di non dire: 'O si fa come dico io o io vado avanti lo stesso'; rispettiamoci e ascoltiamoci".
Per Fontana è importante ricominciare "la discussione tenendo conto dei punti fermi" che sono "riusciti a individuare in questi mesi". Quanto al Pd, per Fontana "dovrà chiarire la sua posizione: se sarà difensore o avversario" dell'autonomia. "A seconda di quello capiremo se ci sarà o no la possibilità di farla".
Non intende fare passi indietro anche il governatore della Liguria, che anzi, si dice pronto, se fosse necessario, a fare un referendum per chiedere l'opinione dei cittadini. Io mi auguro - ha detto Toti - che questo governo sappia riprendere in mano il dossier autonomia ma le condizioni politiche non mi pare siano modificate. Credo che di autonomia se ne sia parlato fin troppo, oggi questo paese ha bisogno di una profonda revisione del suo assetto". Un appello al governo giallo-rosso in questa stessa direzione arriva da Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia Romagna, affinché metta l'autonomia "tra le priorità".
Nelle intenzioni del presidente deve essere "una autonomia che non aumenti il divario nord e sud, io mi sento italiano prima che romagnolo. Noi - ha sottolineato - non chiediamo un euro in più per le regioni, ma come prevede la Costituzione chiediamo solo di gestire alcune competenze per fare in modo che l'Emilia Romagna possa correre di più, e se corriamo noi corre tutto il Paese".
Convinto che ci siano tutte le possibilità per trovare un'intesa ragionevole sull'Autonomia anche il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che però mette dei paletti imprescindibili: scuola e sanità non si toccano. E ha annunciato di aver proposto "un'operazione verità: diamo mandato alla Banca d'Italia e all'ufficio Bilancio di Camera e Senato di esaminare le risorse che effettivamente arrivano al Sud, quale che sia poi il risultato".
"Per la sanità - ha sostenuto - la Campania è la Regione che riceve meno risorse di tutti: 200 euro in meno rispetto all'Emilia Romagna e 100 euro in meno pro capite rispetto a Lombardia e Veneto. Questi sono i dati reali. Dobbiamo fare questa operazione di verità, così siamo tranquilli tutti quanti. E ripeto: dobbiamo parlare meno di conti e un po' più di patria, nazione, unità nazionale, perché, come dico io, l'Italia è l'Italia, un grande paese, perché abbiamo Milano, la finanza e i politecnici, ma anche perché abbiamo l'umanesimo, Eduardo, Croce, Vico".