"Questa volta Facebook lo uso io". Antonio Di Maio prende posizione in prima persona "per parlare di una vicenda che ormai è sotto i riflettori. Sono emozionato perciò leggo questa lettera che sentivo il dovere di scrivere", spiega il padre del vicepremier e capo politico M5s. E l'emozione traspare in alcuni punti del video che lo vede seduto alla scrivania. Beninteso, niente tavoli laccati, niente boiserie di pregio, cornici d'argento, o bandiere, come nell'iconografia ormai classica del genere. A fare da sfondo ci sono un tabellone con alcuni post-it, una calcolatrice da tavolo, addirittura un fax.
Abito grigio e cravatta in tinta, Antonio Di Maio si presenta come "semplicemente un piccolo imprenditore", che, riconosce, "ha commesso degli errori". Chiede scusa, Antonio Di Maio. Alla famiglia, agli operai "che hanno lavorato senza contratto per la mia azienda anni fa". E al figlio, quel Luigi "che stanno cercando di attaccare ma, come ho già detto, lui non ha la minima colpa e non era a conoscenza di nulla".
Si descrive come piccolo imprenditore ma anche come padre, ed è ovviamente in questa veste che chiude il video - con una certa padronanza, stavolta, sfilandosi gli occhialini da presbite e guardando direttamente 'in macchina' - per dire di Luigi "posso solo incoraggiarlo ad andare avanti, ma non perché è mio figlio, ma perché credo che stia facendo il bene di questo Paese, contro tutto e contro tutti".