Il presidente dell'Anm Pasquale Grasso ha annunciato le sue dimissioni dalla guida del sindacato delle toghe.
La decisione di Grasso è arrivata dopo aver ascoltato alcuni interventi dei colleghi: "Vi ho ascoltato e compreso. Ovviamente rassegno le mie dimissioni - ha detto - lo faccio serenamente, dicendo no a me stesso. Nel ricordo di un grande intellettuale del passato, che ricordava che i moralisti dicono no agli altri, l'uomo morale dice no a se stesso".
Dagli interventi dei rappresentanti dei vari gruppi è infatti emersa una linea contrastante con quella di Grasso e oppositiva rispetto a Magistratura Indipendente. Il rappresentante di Unicost Angelo Renna ha parlato di una "Caporetto", mentre Giovanni Tedesco (Area), ha ricordato la condotta di MI che aveva sollecitato il rientro al Csm dei togati autosospesi (oggi in gran parte dimissionari): "Saremo pronti a riaccogliervi - ha detto Tedesco rivolgendosi ai rappresentanti di MI - in una Giunta unitaria quando sarete veramente cambiati".
Per quanto riguarda Autonomia&Indipendenza, il gruppo di Davigo, a parlare è stato Francesco Valentini: "Questa vicenda è catastrofica, la decisione di Grasso di lasciare MI non è compatibile con la sua permanenza alla presidenza dell'Anm", ha affermato.
Grasso era stato nominato presidente del sindacato delle toghe nello scorso aprile in base al criterio di rotazione per cui tale ruolo spettava quest'anno a Magistratura Indipendente, il gruppo da cui lo stesso Grasso si è dimesso nei giorni scorsi, in contrasto con la linea riguardante i togati del Csm i cui nomi compaiono nelle carte dell'inchiesta di Perugia.
Da parte di Magistratura Indipendente, con l'intervento di Stefano Buccini, è venuto invece un "richiamo all'unità" dell'Anm, data la "comune valutazione di assoluta gravita' delle condotte contestate disciplinarmente" ai togati coinvolti, e in seguito le "dimissioni irrevocabili" del leader Antonello Racanelli.