Roma - E' inevitabile: due giorni dopo ogni tornata elettorale inizia la guerra dei numeri. Oggi tocca a Pd e M5s, vale a dire gli sconfitti e i vincitori delle comunali, secondo il current wisdom di molti, o i due pareggianti secondo il common sense di altri. In fondo ad avviare il dibattito è stato lo stesso Matteo Renzi, immediatamente dopo la pubblicazione dei dati. Ha ammesso la propria insoddisfazione, ma ha aggiunto subito dopo il consiglioa fare "attenzione ai numeri", per cui il molti comuni italiani il Pd resterebbe sopra il 40 percento.
Renzi suona la carica. Pd gioca carta 'paurà M5S
E sempre oggi esplode la reazione di Beppe Grillo, silente per tutta la fase finale della campagna elettorale: "Il Bomba è un cialtrone. Vive nel suo magico mondo e ieri ha dichiarato trionfante davanti telecamere e giornalisti: 'Al primo turno abbiamo portato a casa quasi mille sindaci'. Nel mondo reale invece le liste presentate dal Pd alle amministrative sono appena 123 (circa la metà diquelle del MoVimento 5 Stelle) e i candidati piddini che hanno vinto al primo turno sono 18 (non 1000), diciotto (non mille)". Segue, sul suo blog, l'elenco dei comuni conquistati dal centrosinistra al primo turno. "Tutti i giornali del mondo hanno riportato notizia del risultato storico a Roma. Il MoVimento 5 Stelle si afferma come la forza politica nazionale piu' votata alle amministrative", rivendica il comico-politico, mentre il Pd è "in via d'estinzione".
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Nessuno tocchi la nostra vittoria, sembra essere il messaggio del comico. Ma piu' tardi arriva la nota dell'esperto, che non rovescia la percezione di una vittoria grillina, forse, ma sicuramente dà una ridimensionata a molte cose. "Dal confronto fra il recente risultato del 5 giugno 2016 con le omologhe comunali del 2011, troviamo che sia centrodestra che centrosinistra perdono circa 7 punti percentuali (su voti validi), mentre il M5s avanza moltissimo (dal 6,1 al 21,4%, anche grazie al fatto che in molti comuni nel 2011 non era presente)", fanno sapere i professori dell'Istituto Cattaneo di Bologna. Ma poi aggiungono: "Nel confronto piu' prossimo, e politicamente piu' pregnante, con le elezioni politiche del febbraio 2013, troviamo che il centrodestra recupera 4 punti percentuali, il centrosinistra ne recupera circa 1, mentre i 5 Stelle ne perdono quasi 4". Con buona pace di chi si sgola a ogni tornata elettorale ad asserire che i confronti non vanno fatti con le elezioni immediatamente precedenti, ma con il precedente piu' omogeneo. Inutile immaginar che sia possibile trovare una soluzione definitiva alla querelle. L'Istituto Cattaneo, comunque, ridà fiato al Pd, il cui coordinatore romano, Matteo Orfini, ne approfitta subito. "I numeri hanno una testardagine di cui va tenuto conto", sentenzia via facebook. "Mente!", esplode Ignazio Marino, il sindaco di Roma defenestrato qualche mese fa. La guerra - dei numeri - continua.
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(AGI)