“Verrà creata una banca dati e nascerà una squadra speciale per la protezione dei minori. Si confronterà con i ministeri, e la commissione parlamentare che verrà istituita, per avere un monitoraggio del percorso dei piccoli affidati. Tutti gli operatori dovranno sentire il fiato sul collo da parte della magistratura che farà i controlli”. È quanto annuncia il ministro della Giustizia, il 5Stelle Alfonso Bonafede dopo l’inchiesta “Angeli e Demoni” dei carabinieri che ha messo al centro la rete dei servizi sociali della Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, in particolare a Bibbiano, con l’accusa di aver redatto false relazioni per allontanare i bambini dalle famiglie.
Così il “caso Bibbiano” sta diventando terreno di scontro politico tra governo e opposizione, “visto che il sindaco è del Pd. E nonostante Andrea Carletti sia accusato solo di aver assegnato spazi ad un’associazione, i partiti di governo sono partiti lancia in resta con allusioni a volontà di nascondere presunti coinvolgimenti nei maltrattamenti” si può leggere su la Repubblica e anche sul Corriere della Sera.
Il Pd al contrattacco
Ma la Repubblica sull’argomento intervista, nell’edizione cartacea, la vicesegretaria del Pd Paola De Micheli, che si rivolge agli accusatori, specie a M5S e Lega, definendoli “sciacalli disperati” che “usano i bambini” per nascondere il fallimento del governo. Poi aggiunge: “Che ci siano famiglie che hanno gravi problemi è risaputo ed è giusto che i servizi sociali intervengano. Se a Bibbiano qualcuno ha commesso reati abominevoli come quelli contestati dovrà pagare pesantemente. Il Pd non c’entra nulla con questa vicenda” anche perché “noi dem siamo promotori di norme per difendere i bambini dovunque e comunque in Italia”.
E annuncia che sul “caso Bibbiano” il Pd si costituirà parte civile e il sindaco si autosospeso dal Pd in quanto “accusato di avere concesso senza bando, una stanza per la sede dell’associazione coinvolta, quindi niente che riguardi gli illeciti sui bambini“.
Forza Italia chiede una riforma
“Sul caso Bibbiano non so se mi fanno più schifo i silenzi indifferenti o le urla propagandistiche” esordisce invece in un’intervista all’edizione in edicola de Il Giornale, Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia e presidente della commissione Bicamerale sull’infanzia, che mette sotto accusa “le norme che regolano il sistema degli affidi sono vecchie, risalgono spesso agli anni ’50 e assolutamente inadeguate” in un groviglio di “garanzie inesistenti, costi incontrollati” da dipanare enorme.
Ronzulli sostiene che “non esiste un registro degli affidi, né una contabilità certificata: lo Stato paga, ma non sa quanto. Secondo le stime ci sono almeno 50 mila bambini allontanati dalle famiglie e 100 mila affidati ai servizi sociali. Il costo collettivo è di 4,5 miliardi l’anno, mentre ogni giorno gli enti locali spendono circa 12 milioni”. Soluzione? “Un osservatorio ad hoc e un registro degli affidi, con standardizzazione dei costi. L’affidamento deve essere disposto solo previa decisione del Pm con decreto motivato” dice la senatrice presidente della Bicamerale sull’infanzia.
"Un sistema che non funziona"
“Ciò che è accaduto a Bibbiano non sono semplici episodi riconducibili a qualche operatore disonesto ma è la conseguenza di un sistema che non funziona” sostiene dalle colonne di Libero Quotidiano l’ex magistrato Francesco Morcavallo, “dimessosi nel 2012 da magistrato proprio perché in disaccordo con un metodo imperfetto che spesso devasta le famiglie nei suoi legami più importanti”, oggi avvocato civilista. Secondo Morcavallo il problema è nel funzionamento della giustizia, perché “ogni provvedimento non lo fa l’operatore dei servizi sociali ma un giudice che firma e si prende la responsabilità di allontanare un bambino dai suoi genitori” ed è difficilissimo che poi “un giudice ribalti ciò che gli operatori scrivono nelle relazioni”.
Anche l’avvocato, come la senatrice Ronzulli, punta il dito contro “un giro d’affari di circa 5 miliardi di euro all’anno” che lo Stato e le Regioni spendono per le “case famiglia”. “Ogni minore ‘vale’ (è triste dirlo) dai 100 ai 400 euro al giorno a seconda della terapia o dell’affidamento. È un business incredibile e per questo con eccessiva facilità si tolgono ai genitori”.
Morcavallo poi aggiunge: “A me viene rabbia quando sento dire ‘valuteremo nuovamente ogni caso’ perché mi chiedo chi lo farà... Lo faranno altri operatori che manderanno nuove relazioni al Tribunale?”. Secondo l’avvocato “la Giustizia non deve fare la ‘morale’ ma accertare se i fatti ci sono o no. Stiamo parlando di 500 mila bambini affidati, una follia. Siamo certi che ci siano famiglie così inadempienti con i propri figli o forse stiamo spesso parlando di veri e propri ‘rapimenti di Stato’”?