Ci sono i tavoli tematici, c'è la kermesse spalmata in tre giornate, ci sono i pezzi da novanta del partito rimasti a fianco dell'ex premier, dal suo successore, Paolo Gentiloni, a Piero Fassino. E, soprattutto, c'è il leader, Matteo Renzi, pronto a ripartire per riprendersi il Partito Democratico. L'appuntamento del Lingotto del fine settimana, tuttavia, "non sarà una Leopolda", spiega l'ex segretario dem: "non vi aspettate, dunque, lo stesso stile scanzonato e gioioso della kermesse fiorentina (che tornerà, in autunno, come sempre). È più un momento di riflessione, di dialogo, di approfondimento". Insomma, "cercheremo di dircele tutte: cosa abbiamo fatto, cosa dovevamo fare meglio, cosa potremo fare per il Pd, per l'Italia, per l'Europa. Non voglio dire che vi annoieremo dal primo minuto all'ultimo, sia chiaro, ma è giusto sottolineare il carattere programmatico dell'evento".
L'obiettivo è quello di riportare il dibattito sul terreno dei contenuti per scongiurare il rischio di non arrivare al 50 per cento più uno alle primarie e dovere andare quindi al ballottaggio in assemblea contro uno dei due sfidanti, Andrea Orlando o Michele Emiliano. In caso di ballottaggio, infatti, Orlando ed Emiliano potrebbero coalizzarsi e per Renzi la partita si complicherebbe non poco. È anche per questa ragione che l'ex segretario ha cercato e ottenuto il ticket programmatico con il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina. Esponente della 'sinistra responsabile', Martina garantisce un apporto in termini di consensi da quella fascia di elettorato rimasta orfana di Bersani e portata, al momento, a guardare alle alternative rappresentate dal ministro della Giustizia e dal governatore pugliese.
Il programma dei tre giorni
Toni molto diversi dalla Leopolda, ma formato pressoché identico. Si comincia nel tardo pomeriggio del venerdì con i lavori che entrano nel vivo all'ora di cena e si protraggono fino a notte. Alle 17 la registrazione dei presenti, alle 17,30 le relazioni degli invitati. Alle 21 si entra nel vivo con i workshop dei gruppi di lavoro tematici:
- Fare il partito - formazione, organizzazione e comunità;
- Tra populismi e democrazia - costruire la società aperta;
- Europa e Mediterraneo nelle sfide globali;
- Il potere del sapere - capitale umano, scuola, università, ricerca;
- Lavoro e cittadinanza - generazioni, opportunità, inclusione; Istituzioni e pubblica amministrazione alla prova del cambiamento;
- Welfare e Salute - investire su protezione e promozione;
- Nuova economia e fisco amico;
- Diritti, legalità, giustizia;
- Modelli di sviluppo - crescita e Mezzogiorno;
- Cultura, identità e cittadinanza;
- Città e territori - tra sostenibilita' e innovazione sociale.
Sabato si inizia alle 9,30 con la sessione plenaria improntata all'attualità politica. Pausa per il pranzo dalle 13 alle 14 e si ricomincia, alle 14,30, con i gruppi di lavoro. La mattina di domenica è dedicata alla sintesi del lavoro dei tavoli tematici.
Il look e la playlist della kermesse
"All'interno di un padiglione ci sara' un rettangolo di 140 metri per 50, alto 10 metri, al cui interno ci saranno la platea ovale e 12 grandi stanze, dove si discuterà il programma della candidatura e quello del futuro governo", ha spiegato a Un Giorno da Pecora, su Radio 1, l'organizzatore dell'evento, Massimo Gramigni. Ci saranno due colori dominanti: "Il blu ed il rosso. Volevo un blu istituzionale ed il rosso, un colore che mi appartiene. Renzi - rivela - mi ha chiesto di rendere il rosso ancora più acceso". A chi gli chiede se l'evento somiglierà alla Leopolda, Gramigni spiega che "sarà l'esatto opposto. La Leopolda ha un palco dove ciascuno parla mentre qui le 12 stanze di lavoro contano quanto la plenaria". Quanto alla 'playlist' "è piu' facile che ci siano i Muse o gli U2, le canzoni - svela ancora Gramigni - le sceglie Veronique, un'amica di Matteo Renzi, che è in sintonia con lui dal punto di vista musicale".
Chi ci sarà
Anche i nomi degli ospiti che circolano negli ultimi giorni rimandano alla kermesse della storica stazione di Firenze. Ci dovrebbe essere, ad esempio, lo psicanalista Massimo Recalcati che in autunno infiammò la Leopolda con un intervento tutto incentrato sulla dicotomia padri-figli, per attaccare le "mummie della sinistra" che, con il No al referendum, provano a uccidere il cambiamento impersonato dai figli, ovvero Renzi e i renziani. "C'è un insopportabile corteo di padri che non sanno imparare dai loro figli. Ma non hanno fatto niente per 30 anni", aveva tra l'altro detto Recalcati. In corteo quei padri hanno lasciato il Pd per approdare a Mdp, lasciando liberi i figli. Al Lingotto, dunque, questi ultimi avranno per la prima volta la possibilità di mettersi alla prova senza la "saccenza di quel paternalismo" che, per Recalcati, "crea impotenza". Ci saranno quasi sicuramente anche il presidente della Fondazione Gramsci, Beppe Vacca, che si è speso per il Sì al referendum, e il filosofo Biagio de Giovanni. Già rettore dell'Università Orientale di Napoli, eletto per due volte all'Europarlamento, prima nelle liste Pci e poi in quelle Pds, de Giovanni si è da poco iscritto al Pd per partecipare al prossimo congresso. "L'ultima speranza per il nostro Paese", come ha spiegato in una recente intervista. Invitata anche Emma Bonino, la cui presenza è stata confermata da fonti ben informate.
Perché il Lingotto
La scelta della location, la storica struttura industriale di Torino, è tutt'altro che casuale. "Il Lingotto è il luogo da cui il Pd, dieci anni fa con Walter Veltroni, cercò di darsi una propria identità culturale e politica. Quindi 'Tornare a casa per ripartire insieme' sarà il sottotitolo dell'evento", spiega ancora Renzi. Di certo, l'ex segretario cercherà di lasciare fuori dall'ex fabbrica Fiat veleni e polemiche legate alle indagini Consip, che assieme a papà Renzi coinvolge il ministro Luca Lotti, e alla scissione che si è appena consumata nel Pd. "Voglio parlare delle cose che stanno veramente a cuore alle persone", ha più volte sottolineato negli ultimi giorni.