Il contratto tra Raggi e M5S è legittimo. Ecco la sentenza
Il contratto tra Raggi e M5S è legittimo. Ecco la sentenza
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  • Le proposte di “atti di alta amministrazione e le questioni giuridicamente complesse verranno preventivamente sottoposte a parere tecnico-legale a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 stelle”. Non è specificato quale sia la ragione della “complessità” degli atti.
  • Che “il sindaco, gli assessori e i consiglieri del M5S dovranno operare in sintonia con i principi del M5S, con gli obiettivi sintetizzati nel programma del M5S per Roma Capitale, con le indicazioni date dallo staff coordinato dai garanti del Movimento 5 stelle al fine di garantire che l’azione amministrativa degli eletti M5S avvenga nel rispetto di prassi amministrative omogenee”.
  • Si chiede agli eletti di “Operare in sintonia con i principi del M5S” e con “le indicazioni date dallo staff coordinato dai garanti del movimento”.
  • Che “Lo strumento ufficiale per la divulgazione delle informazioni e la partecipazione dei cittadini è il sito Beppegrillo.it/list”.
  • Che la comunicazione e la costruzione dello staff sarà “definita da Beppe Grillo” in termini di “ organizzazione, strumenti e scelta dei membri, al duplice fine di garantire una gestione professionale e coordinata di detta attività di comunicazione”.
  • E che tutti, sindaco, assessori, eletti e collaboratori “ a titolo gratuito o oneroso” debbano “coordinarsi con i responsabili della comunicazione del Movimento”.
  • La trasparenza e la comunicazione delle “attività compiute e in corso di svolgimento” dovranno essere rese pubbliche “non meno di una volta al mese” facendo un video sul canale YouTube del Movimento.
  • Le decisioni, le votazioni, gli atti, dovranno essere pubblicati sul canale YouTube del Movimemento.
  • Si chiede a sindaco, giunta e consiglieri un passo indietro in caso di “condanna in sede penale, anche solo in primo grado” e di dimettersi “laddove in seguito a fatti penalmente rilevanti venga iscritto nel registro degli indagati”.
  • Questo però solo se “la maggioranza degli iscritti al M5S mediante consultazione in rete” oppure “i garanti” decidano che debbano dimettersi.
  • L’ultimo punto, il decimo del contratto, è quello dove si prevede la sanzione di 150mila euro per la violazione dei principi “etici e giuridici fondamentali e inderogabili del M5S”. Messa come risarcimento per il danno di immagine che potrebbero subirne Movimento e garante.
  • La violazione comporta una pena pecuniaria e le “dimissioni dell’eletto”, il “ritiro dell’uso del simbolo” e “l’espulsione dal M5S”. E una lista di 6 dichiarazioni. Non essere stato condannato, non essere dei servizi segreti, non aver lavorato per società coinvolte nell’inchiesta Mafia Capitale.
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