Roma - Mesi e mesi di "stalking corporativo, da parte di sindacato, Cda e commissione di vigilanza" condotti "contro me e Verdelli perché ci consideravano degli intrusi e hanno fatto di tutto perché ci dimettessimo". E' l'accusa pesante lanciata da Francesco Merlo, editorialista di Repubblica, nel corso della prima puntata dell'anno di 'In mezz'ora' di Lucia Annunziata su Rai3.
Cosa è successo
Merlo è stato per quasi un anno consulente Rai per il piano di riforma del sistema news del servizio pubblico la cui direzione editoriale era affidata a Carlo Verdelli. Si è dimesso sul finire dell'anno e Verdelli ha lasciato martedì 3 gennaio, dopo la sostanziale bocciatura in Cda del suo progetto.
I protagonisti
- Francesco Merlo - 65 anni, è stato giornalista dell'Ora di Palermo, de La Sicilia di Catania, del Corriere della Sera e per 13 anni è stato editorialista di Repubblica
- Carlo Verdelli - 60 anni, è stato vicedirettore di Epoca, direttore di Sette, di Vanity Fair e della Gazzetta dello Sport. E' stato direttore editoriale del'offertra informativa in Rai dal 25 novembre del 2015 al 3 gennaio 2017
Merlo ha spiegato che lui e Verdelli erano considerati intrusi "perché non interni", aggiungendo che "il rapporto malato tra informazione e politica in Rai ha la sua sublimazione". E ancora: "La Rai è la sintesi hegeliana di tutti i giornali di partito". L'editorialista di Repubblica ha quindi sottolineato che "un conto è essere amici, anche troppo amici, e un conto è essere dipendenti, con un apparato che comincia nelle sedi regionali" Rai, che a suo dire "sono le vere sedi regionali dei partiti, piccole 'fabbriche'" del sistema dei partiti.
Merlo ha anche detto che il lavoro del team di Verdelli (di cui lui era stato indicato come il numero due, ndr) era di "immaginare una soluzione come l'abbiamo immaginata" nel disegnare il piano di riforma del sistema informazione Rai, ovvero "rimettere la politica nella giusta posizione. Il piano è stato bloccato".
Da sindacato e azienda una pioggia di critiche
Durissima la replica dell'Usigrai, il sindacato della Rai: "Merlo non conosce vergogna. E' venuto in Rai, ha contrattato uno stipendio da 240mila euro e clausole uniche nella storia del Servizio Pubblico;
Per l'Usigrai, quello di Merlo e' "l'atteggiamento tipico di chi non e' in grado di ammettere il proprio fallimento. Mentre noi eravamo al lavoro sul campo per l'emergenza terremoto, lui - consulente Rai - invece di coordinare il lavoro, era a scrivere pezzi per il gruppo L'Espresso, per arrotondare lo stipendio da 240mila euro. E infatti non ha mai varcato le porte di una sede regionale per vedere come e quanto si lavora in quelle redazioni. E la conduttrice Lucia Annunziata avrebbe ben potuto smentire Merlo e ricordarlo. L'unico che si è accorto del passaggio di Merlo in Rai è il cassiere che gli ha dovuto pagare il lauto stipendio. Se noi siamo stati i suoi stalker, lui è stato il 'mobbizzatore' della Rai che vuole le riforme: insulta, si fa chiamare in Rai, prende i soldi (tanti!), non produce nulla e scappa.
Dal CdA dell'azienda il primo a parlare è Franco Siddi, per il quale le parole di Francesco Merlo "hanno un solo pregio: quello di evidenziare la libertà garantita dalla Rai nell'apertura a tutte le voci, anche a quelle di chi ha avuto l'onore di poter dare una mano per riformarla e si rivelato evidentemente fuori luogo, se non scarsamente degno dell'opportunità e dei soldi che ha avuto per il suo incarico".
In serata arriva anche la nota dell'azienda: "I giornalisti Rai meritano il massimo rispetto per l'impegno e la professionalità che ogni giorno mettono nel loro lavoro". "A nessuno è consentito mettere in dubbio la correttezza e la professionalità dei giornalisti che quotidianamente lavorano nel servizio pubblico radiotelevisivo per fornire ai cittadini italiani un'informazione corretta ed equilibrata, tantomeno quella di chi - impegnato ogni giorno sul territorio nelle sedi regionali - si trova sovente a far fronte ad emergenze e difficolta'".
A sorpresa anche il deputato grillino Carlo Sibilia è entrato nella polemica, scrivendo in un tweet: "Tre giornalisti falliti si autointerrogano sui motivi del loro fallimento. Pubblicamente. Senza che nessuno glielo abbia chiesto". Secca, su Facebook, la replica di Mentana, anche lui ospite di Lucia Annunziata con Merlo.