Roma – “Non esiste nessuna indagine” a carico del neoministro dello sport Luca Lotti. E’ quanto scrive lui stesso in un post su Facebook in riferimento all’inchiesta pubblicata dal Fatto Quotidiano, secondo cui “il fedelissimo di Matteo Renzi e aspirante alla delega ai servizi segreti” è accusato di rivelazione di segreto e favoreggiamento nell’ambito dell’indagine per corruzione in Consip. Il fascicolo contenente le ipotesi di reato sulle fughe di notizie "è stato stralciato dal filone principale sulla corruzione (che vede indagati Alfredo Romeo e il dirigente della Consip Marco Gasparri" ed è passato ora nelle mani del procuratore Giuseppe Pignatone. Per il giornale diretto da Marco Travaglio, Lotti non è il solo a essere finito sotto la lente di ingrandimento: insieme a lui sono indagati anche il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette e il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia.
Tuttavia, il neoministro, afferma ancora nel post di non voler scappare e di avere intenzione di tornare a Roma “per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso. È una cosa che non esiste e non ho voglia di lasciarla sospesa. Noi non scappiamo dalle indagini: siamo a totale disposizione di ogni chiarimento da parte dell'autorità giudiziaria. La verità - del resto - è più forte di qualsiasi polemica mediatica e non vedo l'ora di dimostrarlo”.
Cosa è successo
Secondo quanto scrive il Fatto, a dare il via all’indagine sarebbe stata “una bonifica contro le microspie”. “L’amministratore della Consip , la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, Luigi marroni, poche settimane fa incarica una società di rimuovere tutte le cimici dai suoi uffici. La caccia va a segno”. Martedì i carabinieri del Noe e i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli “entrano in via Isonzo per acquisire i documenti in Consip per per l’inchiesta relativa al più grande appalto in Corso Europa, il facility managment 4, una torta enorme da 2,7 miliardi di euro divisa in lotti. Lo stesso giorno i pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano ed Enrica Parascandolo sentono a sommarie informazioni anche l’ad Marroni: all’ini zio minimizza, ma quando intuisce che ipm potrebbero avere elementi precisi, grazie a pedinamenti e intercettazioni ambientali, fa i nomi”.
Cosa c’entra Luca Lotti
A mettere nei guai Lotti, le dichiarazioni di Luigi Marroni, amico del sottosegretario di Renzi diventato capo della Consip. “L'ex assessore alla sanità della Regione Toscana, promosso da Renzi a capo della Consip”, spiega il Fatto, nel suo esame come persona informata dei fatti, ha fatto diversi nomi tra cui quello “di Lotti e del generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, comandante della Legione Toscana, indagato per le stesse ipotesi di reato”. I due “lo avrebbero “messo in guardia dall’indagine”.