Roma - E adesso tutti gli occhi sono puntati su Beppe Grillo. Come è sempre successo nei momenti più critici, il Movimento 5 stelle si rimette al fondatore affinché tiri le fila del 'caos Roma' dopo l'ennesimo guaio per Virginia Raggi, l'arresto del fedelissimo Raffaelle Marra.
Il post di Grillo 'congelato'
Le ipotesi sul tavolo sono molteplici, anche se la linea di Grillo - finora - è quella di "non mollare" la capitale, conquista troppo importante per arrendersi senza aver prima lottato. Dopo una giornata e una nottata di febbrili consultazioni all'hotel Forum di Roma, il leader - come riporta Repubblica - avrebbe accolto le ragioni degli ortodossi e preparato il post (da pubblicare sul suo bog) per sospendere la Raggi. Ma, alla fine, ha prevalso la linea della prudenza incarnata soprattutto da Davide Casaleggio.
Modello Sala, ipotesi autosospensione per Raggi
Secondo La Stampa, il comico-politico sta ancora trattando con il sindaco di Roma: obiettivo, convincerla ad autosospendersi come ha fatto Giuseppe Sala a Milano. Grillo premerebbe, inoltre, perché Daniele Frongia e Salvatore Romeo, altri due nomi molto vicini alla Raggi, lascino rispettivamente i posti di vicesindaco e capo della segreteria personale.
'Prendere o lasciare' per la sindaca
Anche il Corriere della Sera conferma che Grillo e Casaleggio non hanno alcuna intenzione di lasciar correre sulla crisi nella quale è precipitata la giunta romana. E, dunque, alla Raggi sarebbe già pervenuto un preciso pacchetto di richieste 'prendere o lasciare': fra queste, la rimozione di Frongia, l’allontanamento di Romeo e del fratello di Raffaele Marra. Al posto di Frongia, andrebbero il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito o il capogruppo del Movimento Paolo Ferrara. Anche il Corriere riferisce che alla sindaca sarebbe stato chiesto di autosospendersi. Se il pacchetto di 'aut-aut' venisse respinto, a M5s non resterebbe che la sospensione della Raggi o la revoca del simbolo.
Saviano, vi spiego perché Raggi deve lasciare
Chi è certo della necessità, anzi del "dovere" di un passo indietro della Raggi è Roberto Saviano. "SI E' DIVERSI non quando si dichiara di essere diversi, ma quando si agisce diversamente. Scegliendo Marra, Virginia Raggi non ha agito diversamente dai suoi predecessori", osserva l'autore di Gomorra in una lunga analisi per La Repubblica. "L’arresto del fedelissimo della sindaca, l’uomo che ha difeso innumerevoli volte da luglio a oggi resistendo anche alle sollecitazioni di Beppe Grillo, che avrebbe voluto la sua rimozione, dimostra una volta di più che il re è nudo", sottolinea lo scrittore, aggiungendo che "l’arcadia idealizzata dal Movimento non esiste, non è mai esistita". Anzi. "I pochi mesi di amministrazione Raggi a Roma sono bastati a farci comprendere quanto il M5S sia fragile". E, soprattutto, "in mancanza di regole organizzative e di selezioni precise e riconoscibili, in altre parole di regole democratiche" hanno messo in luce un altro limite del M5S, "forse il più inquietante": e cioè che "è un movimento scalabile".
L'autore di Gomorra, "M5S occupato dalla destra"
"Questo è quanto accaduto a Roma, dove la destra vicina agli ambienti di Forza Italia e dell'ex sindaco Gianni Alemanno lo ha di fatto occupato - porsegue Saviano - Beppe Grillo lo sa bene, ne è perfettamente consapevole, ma finora non ha potuto riconoscerlo pubblicamente - forse nemmeno con i suoi più stretti collaboratori - perché significherebbe alzare bandiera bianca, ammettere che la sua creatura non ha sufficienti anticorpi per scongiurare che gruppi organizzati possano infiltrarsi nelle sue strutture fluide e prendere il potere, utilizzando la buona fede degli elettori".
Dunque, ragiona Saviano, "se il M5S non vuole disperdere il capitale umano e politico accumulato in questi anni, deve darsi nuove regole precise. Deve accettare di praticare la democrazia al proprio interno se vuole chiedere e pretendere la stessa democrazia all'esterno, alle istituzioni e alle altre forze politiche del Paese".
"Virginia Raggi deve dimettersi"
Una conseguenza appare "inevitabile" per lo scrittore. "Virginia Raggi deve dimettersi (o autosospendersi fino a un chiarimento giudiziario) perché ha legato il proprio destino a quello di Raffaele Marra. Perché lo ha difeso strenuamente quando in molti, anche tra quelli del suo Movimento, le hanno fatto notare l'imbarazzante continuità di Marra con le esperienze amministrative precedenti. Raggi ha un obbligo etico che le deriva dalla fascia tricolore che le è stata consegnata dopo la vittoria alle elezioni. Deve dimostrare di comprendere fino all'ultima piega che cosa significhi essere la Sindaca della più importante città del Paese e il suo riflesso nel mondo", conclude Saviano.