Roma - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dato l'incarico a Paolo Gentiloni per formare il nuovo "governo di responsabilità" che dovrà guidare il Paese dopo le dimissioni di Matteo Renzi. Gentiloni, secondo prassi, ha accettato con riserva ma si prevedono tempi stretti per il nuovo esecutivo: la riserva potrebbe essere sciolta già martedì, con giuramento mercoledì in modo che giovedì 15 il neo-premier possa partecipare al Consiglio Europeo a Bruxelles nel pieno dei poteri.
Chi è Paolo Gentiloni, il ritratto del Corriere
Il Pd al Quirinale non aveva indicato né un nome secco, né una rosa di nomi per la successione a Renzi ma il Capo dello Stato ha voluto tener fede all'imepgno di "dare al più presto un governo al Paese", come lui stesso ha spiegato al termine delle consultazioni sabato sera, e nel giro di poche ore ha convocato Gentiloni.
Il blob della crisi, reazioni e polemiche nell'ultimo giorno di consultazioni
Il 'gioco del cerino'
Per Mattarella sono troppe le urgenze che richiedono di essere affrontate da un governo nel pieno delle sue funzioni: da una legge elettorale uniforme tra Camera e Senato agli impegni internazionali in agenda ai problemi dell'economia e delle banche fino alla prosecuzione della ricostruzione post terremoto. Tutti punti di programma che richiedono un governo solido, qualunque sia la sua durata. Una solidità dietro la quale gli esponenti dem hanno letto il tentativo di dar vita a un esecutivo senza scadenza. Ma il Pd ha fretta di andare alle urne e vorrebbe avere garanzie su questo, garanzie che nessun capo dello Stato può dare. Ecco dunque di nuovo una sorta del gioco del cerino.
#Quirinale: le dichiarazioni del Presidente #Mattarella al termine delle #consultazioni pic.twitter.com/rYzlV9zPSS
— Quirinale Uff Stampa (@Quirinale) 10 dicembre 2016
Il primo giro di consultazioni ha infatti chiarito che il governo istituzionale non ha il sostegno necessario né si possono indire elezioni immediate. La delegazione Pd si è dunque limitata a garantire al capo dello Stato la sua disponibilità a sostenere un governo di responsabilità che abbia il perimetro della vecchia maggioranza, senza fare nomi, né rose di nomi.
L'Aventino M5s, non parteciperemo a voto fiducia
Intanto il Movimento 5 Stelle medita una sorta di Aventino e con ogni probabilità non parteciperà al voto di fiducia che dovrà dare il via libera al nuovo governo. "Mercoledì, giorno in cui presumibilmente si dovrà votare la fiducia, non parteciperemo", hanno annunciato i capigruppo di Senato e Camera Luigi Gaetti e Giulia Grillo, spiegando che nessun nuovo governo può essere - a loro avviso - legittimato.
La volontà dei cittadini va rispettata #VotoSubito https://t.co/ARzqAVhp1X pic.twitter.com/P5MZkBaJC3
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 10 dicembre 2016