Roma - Allargare la partecipazione, portare il maggior numero degli italiani all'estero a recarsi alle urne. Dunque "andate a votare". è questo l'obiettivo - con messaggio in chiaro - di una lettera che, secondo quanto si apprende, verrà inviata nelle prossime 48 ore dal premier Matteo Renzi ai cittadini al di là dei confini del nostro Paese. Sono circa 4 milioni gli italiani iscritti all'Anagrafe Italiani residenti all'estero. L'obiettivo è coinvolgerne la maggior parte, perché la convinzione del fronte del Sì è che possano spostare gli equilibri della contesa.
Nella missiva non ci sarà alcun appello a schierarsi in un modo o nell'altro, ma il ragionamento è che chi ha intenzione di votare lo fa per dare il suo appoggio alle riforme. Il sito 'Basta un sì' spiega come ci si può registrare all'A.I.R.E.: "devi solo assicurarti - si legge - che il Consolato/Ambasciata abbia il tuo indirizzo corretto per spedirti il plico elettorale. In questo caso, entro il 20 novembre riceverai a casa tutto l'occorrente per votare per posta. Se ciò non accade, dal 21 novembre puoi richiedere un'altra copia. Tutti i plichi dovranno pervenire in consolato alle ore 16 locali di giovedì 1 dicembre. Ci sono 28 paesi da cui non si può votare: paesi con cui non abbiamo rapporti diplomatici, oppure paesi le cui condizioni attuali li impediscono. I cittadini che si trovano in questi paesi hanno diritto a rientrare in Italia per votare, con rimborso del 75% del prezzo del biglietto da parte delle Ambasciata di riferimento".
Ed è proprio sul voto degli italiani all'estero che oggi Movimento 5 stelle e Pd hanno incrociato le spade. Con la pentastellata Taverna ad accusare il governo di voler perpetuare brogli e i dem a respingere ogni affondo. Nei prossimi giorni si terrà a Roma una riunione tra i coordinatori dei vari comitati in Europa e i ministri - in primis la responsabile delle Riforme, Maria Elena Boschi - saranno impegnati in un 'tour' Ue proprio per sensibilizzare i cittadini fuori dal nostro Paese.
Raggiungere il maggior numero degli italiani (alle elezioni politiche del 2013 votarono quasi un milione e mezzo) residenti all'estero potrebbe, questo il 'mantra' del fronte del sì, determinare l'esito della consultazione. Il messaggio che il presidente del Consiglio sta inviando da giorni riguarda proprio il rapporto tra l'Italia e l'Europa: se vince il no c'è il rischio di un enorme passo indietro, ripete il premier che nel frattempo anche oggi ha fatto capire a Bruxelles che il "tempo dei diktat è finito". Bersani però ha sottolineato con i suoi come questo tipo di campagna elettorale può portare dei danni al nostro Paese. "Dire che l'Italia è di fronte ad un precipizio - ha sottolineato con i fedelissimi - è molto grave, drammatizzare è sbagliato. Renzi vuole un plebiscito, così rischia grosso".
Ma il 'fattore stabilità' è il grimaldello che potrebbe convincere anche molti esponenti di FI ad esprimersi per il sì. Il premier punta proprio sugli elettori della destra. "I sondaggi dicono- ha sostenuto - che nel nostro elettorato non avremo problemi". Renzi, sottolinea anche un 'big' azzurro, "ha detto che dopo di lui c'è solo il voto, qualcuno di noi potrebbe essere tentato a sostenerlo per rinviare le elezioni". Non è del resto un caso che Berlusconi va ripetendo nei suoi interventi in tv che con il No "il Paese non rischia nulla". E non è un caso che Luigi Di Maio abbia cominciato il suo 'tour' europeo con Londra come prima tappa proprio per rassicurare i mercati e chi pensa che con la sconfitta del Sì ci sia una sconfitta dell'Italia.