di Serenella Ronda
Roma - E' scontro aperto tra Movimento 5 Stelle e Pd sul taglio degli stipendi dei parlamentari. La battaglia si è consumata a distanza, per lo più via social network, con un duro attacco di Beppe Grillo a Matteo Renzi, mentre la seduta dell'Aula della Camera, che si preannunciava tesa, è tutto sommato filata via liscia, fatta eccezione per qualche attrito tra i deputati 5 Stelle e quelli dem.
Domani andrà in scena un nuovo round, che avrà come palcoscenico anche la piazza: nel pomeriggio, quando l'Aula tornerà a discutere la proposta di legge targata 5 Stelle, i pentastellati si riuniranno alle 15 davanti Montecitorio, dove hanno dato appuntamento ai militanti per un sit-in a sostegno della proposta di legge grillina. Ma il Pd è pronto alla controffensiva, che prevede anche la richiesta di rinvio del testo in commissione, visto che è approdato in Aula senza aver terminato il suo iter.
Stipendi deputati, ecco come funziona ora
Le altre forze di opposizione hanno preannunciato proprie proposte sul taglio dei costi della politica (FI è per legare l'indennità all'ultimo stipendio prima delle elezioni, il Carroccio propone 6 giorni massimi di assenza e poi dimissioni), e il clima domani potrebbe surriscaldarsi. Il momento clou sarà nel pomeriggio: la pdl (che secondo i pentastellati farebbe risparmiare circa 87 milioni di euro ai cittadini) a prima firma Roberta Lombardi, infatti, è al quarto punto del calendario dei lavori. Sara' quella l'occasione per Beppe Grillo di incitare i suoi.
Il cofondatore del Movimento, giunto oggi a Roma, con ogni probabilità - fanno sapere i pentastellati - sarà presente in Aula nella tribuna riservata al pubblico. Il Pd si attende lo scontro in Assemblea, e intanto rilancia la proposta avanzata ieri dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di legare lo stipendio dei parlamentari alla effettiva presenza in Paralmento, così da 'punire' gli assenteisti, forte del dato sulla presenza assidua dei parlamentari dem (risultati i più stakanovisti sia alla Camera che al Senato).
Presenti-assenti, lo 'statino' dei parlamentari
A riaprire lo scontro con il Pd, dopo le bordate tra Renzi e Luigi Di Maio andate in scena ieri, è stato oggi Beppe Grillo in persona: via twitter e poi con un post pubblicato sul suo blog, il cofondatore del Movimento si è rivolto direttamente ai parlamentari dem per chiedere loro un "gesto di generosità", a fronte dell'"egoismo di Renzi": "Siate generosi, dimezzatevi lo stipendio". Appello seguito da un'altra serie di 'cinguettii': "Domani può essere il 'Pace e bene day'", scrive postando un fotomontaggio in cui si ritrae nei panni di Padre Mariano (il francescano che negli anni '70 aveva una rubrica su radio Rai). E ancora: "Il vostro non è uno stipendio, ma un privilegio inaccettabile: avete gli stipendi parlamentari più alti di tutta Europa".
#SiateGenerosi!@Deputatipd, ricordate ciò che diceva @matteorenzi nel 2013: https://t.co/DVM221KeEt pic.twitter.com/arhg3iZen5
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 24 ottobre 2016
A Grillo fa eco Di Maio - che insieme agli altri esponenti del Direttorio, tra cui Di Battista e Fico, e' intervenuto in Aula - che torna a sfidare Renzi: il premier "venga alla Camera". Per tutti i pentastellati il motto è "basta un sì", il che vuol dire votare a favore della proposta di legge.
Ma il Pd non ci sta ad essere additato come il difensore della casta, e risponde per le rime: dietro la proposta si nasconde in realta' "la volontà di nascondere la richiesta di rimborsi di questi anni avanzata dai deputati del Movimento 5 Stelle", accusa Alan Ferrari, che cita alcuni esempi: "Come si giustificano ad esempio 3.800 euro di rimborso viaggio estero, oltre quello che la Camera già corrisponde? E 21mila euro per pagare l'affitto della casa a Roma per poi chiedere il rimborso anche del soggiorno in albergo?".
Purtroppo, rincara la dose il dem Marco Miccoli, "il dibattito di oggi si trasforma, per motivi elettorali, nella sagra della demagogia e del populismo più inconcludente". Per Alessia Morani "c'è un solo modo per tagliare i costi della politica: si chiama 'fare le riforme', solo che non piace a chi chiede semplici operazioni di maquillage". Infine, Emanuele Fiano incalza: il Movimento 5 Stelle fa "un uso disinvolto della diaria e dei rimborsi". (AGI)