Roma - Nuovi sindaci bocciati sulla trasparenza: nel loro primo trimestre di mandato, Virginia Raggi, Chiara Appendino e Virginio Merola, malgrado le promesse di audizioni pubbliche per le nomine alle municipalizzate, sono tornati ai vecchi metodi delle trattative riservate. La stroncatura arriva dalla pagella sui primi 100 giorni stilata dalla campagna "Sai chi voti" promossa da Transparency International, Riparte il futuro, Associazione Pubblici Cittadini, Movimento Consumatori, Action Aid e Carte in regola. I tre sindaci non sono i soli finiti nel mirino per aver tradito la promessa delle audizioni pubbliche: tra quelli presi in esame altri sette sono stati bocciati contro solo due promossi. Le organizzazioni chiedevano di introdurre nei primi 100 giorni di mandato le audizioni pubbliche per le nomine nelle municipalizzate, come sbandierato in campagna elettorale. Una promessa mantenuta solo dai sindaci di Savona e di Novara.
A Torino Chiara Appendino ha proceduto con nomine "tradizionali" (per il Presidente AMIAT e per un Consigliere TRM); lo stesso ha fatto a Bologna Virginio Merola. Stesso copione nella capitale dove la Raggi per ATAC ha proceduto con nomine vecchio stampo. Mentre Andrea Cassani, primo cittadino di Gallarate, ha fatto sapere che "le audizioni pubbliche non sono la nostra priorità".
I promotori della campagna evidenziano che "il Consiglio Comunale di Trieste ha sì approvato una delibera per nuove norme per le nomine nelle municipalizzate, ma in essa non si fa alcun riferimento ad audizioni pubbliche. Anche i Sindaci di Caserta, Brindisi e Vittoria hanno indicato che stanno approvando un regolamento nomine che si dovrebbeispirare alla Campagna "Sai chi voti", ma per ora non ve ne è traccia e in ogni caso tutto avverra' dopo i 100 giorni di promessa elettorale". Per Federico Anghelé di Riparte il futuro "e' la conferma che la trasparenza e il cambiamento per molti Sindaci sono solo orpelli mediatici. Tra politici di vecchio e nuovo conio nessuna differenza: lo stile pare proprio lo stesso".
Gli fa eco Davide Del Monte, direttore di Transparency International Italia: "L'esito della campagna #saichivoti, con solo 2 sindaci su 12 in grado di mantenere l'impegno preso in campagna elettorale, ci ricorda una cosa importante: la trasparenza non va difesa solo dagli attacchi di corrotti e corruttori, ma anche, e soprattutto, da chi ne fa un vessillo propagandistico per accaparrare voti in piu'". (AGI)