di Barbara Tedaldi
Roma - La data della prima riunione è top secret, anche se molto probabilmente sarà martedì. Il comitato del Pd per la modifica dell'Italicum si vedrà per la prima volta la prossima settimana, convocato dal presidente del partito Matteo Orfini e dal vicesegretario Lorenzo Guerini; ne fanno parte i due capigruppo di Camera e Senato Ettore Rosato e Luigi Zanda e l'esponente della minoranza Gianni Cuperlo. La prima riunione sarà su tempi e metodi. Nulla di clamoroso, ma sarà la cartina di tornasole per cominciare a capire le possibilità di riuscita del comitato. Proprio per questo si è preferito non dare pubblicità alla prima riunione: "Non vogliamo farne un tormentone" spiegano i più vicini al segretario dem Matteo Renzi. Ma su tempi e metodi si deciderà il futuro del comitato. La maggioranza e' pronta a impegnarsi anche a lungo nella ricerca di una quadra sulla possibile modifica dell'Italicum. La minoranza invece morde il freno: "In una settimana capiamo se Renzi vuole davvero giungere a una modifica o se crede di tenerci intrappolati e fermi in questa trattativa fino alla data del referendum".
Referendum, mobilitazione a tutto campo e si guarda al voto dall'estero
In gioco, infatti, c'è il voto della minoranza sul referendum: se si cambiera' l'Italicum, la sinistra del Pd potrebbe votare sì il 4 dicembre, se la legge elettorale non cambiera', voterà no. Anche buona parte della maggioranza del partito, il corpo centrale non renziano, tifa per la trattativa e indica in una-due settimane il tempo congruo per arrivare a una intesa. Ma il primo scoglio sarà il metodo: i renziani vogliono prima un confronto con gli altri partiti e poi un'intesa nel Pd, la minoranza vuole prima un'intesa nel Pd e poi un confronto con gli altri. Sembra una questione di lana caprina, ma per un gioco di veti incrociati è determinante per la riuscita del tentativo di accordo. Al momento le posizioni sono distanti e apparentemente inconciliabili. Ma sia Cuperlo che i renziani assicurano che il tentativo è serio. Il ministro Graziano Delrio offre come ramoscello d'ulivo la legge elettorale per i senatori elaborata da due esponenti della minoranza come Vannino Chiti e Federico Fornaro e invoca il senso di responsabilità per evitare che il Pd si divida. In settimana la prima riunione del comitato e, di conseguenza, il primo responso. (AGI)