di Francesca Venturi
Bruxelles - Enrico Rossi non condivide la personalizzazione del referendum, ribadisce la sua intenzione di votare Sì a quella che, però, definisce "una riformetta" e boccia come "sbagliatissimo" il tentativo di cercare voti nell'elettorato di destra. In un colloquio con l'Agi a margine di una serie di riunioni a Bruxelles, il presidente della Regione Toscana, e candidato alla alla guida del Partito Democratico, ammette anche di aver percepito fra i colleghi europei una forte preoccupazione sull'esito della consultazione del 4 dicembre, ma spiega di averli rassicurati: "Al di là dell'esito del voto, questo governo deve continuare a governare".
Ma se il presidente del Consiglio in Europa "è senz'altro stato capace di avere maggiore flessibilità ed è stato capace anche, a mio parere, di lanciare un'idea forte dell'Europa con Ventotene", secondo Rossi però "Renzi deve stare attento agli attacchi indifferenziati, alla minaccia di far per conto proprio (sull'emergenza migranti, ndr) o a certi toni contro la burocrazia europea che mi sembrano a volte o fuori luogo o assolutamente inconcludenti".
"Quando arriveremo al 4 dicembre saranno ormai sette mesi in cui siamo stati bloccati a discutere di una riformetta, di un aggiornamento della parte ordinamentale della Costituzione: serio finché si vuole, ma il Paese avrebbe bisogno di altro - ha osservato Rossi - per esempio di una riforma della ricerca, della giustizia, di discutere perché solo il 13% si laurea, del perché la ripresa stenta".
La riforma, ha aggiunto, si sarebbe dovuta presentare al Paese "come un lavoro che questa legislatura si era impegnata a fare quando si insediò, con l'elezione del Presidente Napolitano, senza fare scommesse personali che invece, poiché alla natura dell'uomo non si comanda, in qualche modo ritornano sempre". Dall'altra parte, ha sottolineato, "credo che non dovrebbe neppure esserci la tentazione di dare spallate a Renzi e al governo".
In ogni caso, l'esponente Pd giudica "sbagliatissimo, comunque vadano le cose, l'idea che il nostro partito debba andare a cercare i voti a destra: questo rischia di cambiare la natura del partito". Quanto alla legge elettorale, Rossi capisce l'esigenza del cambiamento e se "Renzi ha fatto un'apertura, finché si fa parte di un partito le aperture del segretario devono essere prese come una cosa seria e bisogna aver fiducia. Starei attento - ha aggiunto, rivolgendosi alla sinistra Pd - a non lavorare per il re di Prussia: tutti hanno paura, e non lo dicono, dei 5 Stelle: io ho altrettanta paura delle cosiddette larghe intese". Sull'atteggiamento da avere in Europa Rossi ha la sua idea: "dobbiamo combattere in Europa la politica dell'austerità senza combattere l'idea di una Europa unita" e "la vera battaglia da fare è sugli investimenti: la flessibilità deve servire a questo, e usarla per cose diverse è un errore". (AGI)