Mirandola (Modena) - Dopo la nomina di Andrea Mazzillo a nuovo assessore capitolino al Bilancio e le polemiche sul suo passato nel Pd, scende in campo Beppe Grillo per 'blindare' l'uomo voluto dalla sindaca Virginia Raggi per rimettere in sesto di conti di Roma. "Anche io ho avuto una tessera del Pd. L'ho presa ad Arzachena", afferma il leader del Movimento 5 Stelle, arrivando alla palestra che viene inaugurata oggi a Mirandola, in provincia di Modena. "Un assessore ex Pd? Non sara' mica un reato" taglia corto Grillo.
Raggi, Sammarco è il mio 'dominus'
Anche il vicepresidente della Camera e portavoce M5s, Luigi Di Maio, difende la scelta della sindaca. "Siccome adesso non si puo' piu' dire che non c'e' una giunta a Roma perche' abbiamo riempito tutte le caselle si inventa un'altra polemica - spiega a margine dell'inaugurazione della palestra ricostruita dopo il terremoto - . Adesso la giunta deve mettersi a lavorare per i romani". Per Di Maio, Raggi "ha fatto delle scelte per competenze, qualita' e profili professionali". "In bocca al lupo ad entrambi, sia all'assessore al bilancio che a Colomban, un imprenditore veneto che mettera' mano alle partecipate. Questo e' anche un altro grande segnale che vogliamo dare al mondo delle piccole e medie imprese che possono dare un grandissimo contributo per il Know how che hanno anche nella gestione delle amministrazioni pubbliche".
Ma le tensioni all'interno dei 5 stelle permangono. E da Parma Federico Pizzarotti dice basta. "I vertici del Movimento hanno mancato di rispetto ai parmigiani. A nessuno e' permesso prendere in giro i miei concittadini", denuncia dal suo blog il sindaco 5 stelle sempre piu' eretico e ormai prossimo a un passaggio di svolta. "I vertici del Movimento hanno dimostrato di non sapersi approcciare alla responsabilita'", scrive infatti Pizzarotti sulla sua pagina Facebook. "Ho parlato con la mia maggioranza e con gli attivisti di Parma. Siamo - sottolinea - tutti compatti, e lunedi' alle 10:30 pubblicamente scioglieremo le riserve - annuncia - sui nostri passi futuri". Chiarissimi i 'capi d'accusa' che Pizzarotti muove a M5S: "Dall'uno vale uno, siamo arrivati al passaggio dinastico tra padre e figlio; dalla democrazia orizzontale, al capo politico; da regole condivise da tutti, a un pacchetto di regole calate dall'alto, ad personam contro i non allineati e senza rispettare nessuna procedura di discussione e approvazione". "Aspetto invano da 140 giorni - ricorda amaro - una risposta a cinque paginette di controdeduzioni, relative a una sospensione che non esiste in nessun regolamento, nonostante la mia indagine sia stata gia' ampiamente archiviata dalla magistratura".
Intanto non si spegne il caso di Paola Muraro: l'assessore all'Ambiente del Comune di Roma si sfoga con un post su Facebook: "Il rispetto della dignita' delle persone deve sempre collocarsi al primo posto, qualsiasi attivita' lavorativa e professionale si svolga. Sottoporre alla gogna mediatica un individuo, tentando di infangarne e inficiarne anche la vita privata, rappresenta esattamente l'opposto della nobilissima funzione che anima il mestiere del giornalista". "La ricerca della notizia - prosegue - non dovrebbe mai trasformarsi in un atto di sciacallaggio volto a smontare, pezzo dopo pezzo, la vita degli esseri umani. Ogni parola esercita, infatti, un peso specifico che si traduce sulle nostre esistenze".
"Aspettiamo almeno di capire quali siano i capi di imputazione", commenta ancora Di Maio a proposito delle ultime notizie pubblicate da alcuni giornali sulla Muraro. "Da noi non funziona che aspettiamo il terzo grado di giudizio. Ma non c'e' ancora neanche un avviso di garanzia", aggiunge. (AGI)