Roma - L'attesa e' finita: il 4 dicembre gli italiani decideranno se approvare o respingere le riforme costituzionali. "La partita e' adesso", dice il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella e-news pubblicata poco dopo la riunione del Consiglio dei ministri: "Non ci sara' un'altra occasione. Sono certo che non la sprecheremo", aggiunge, mentre le opposizioni accusano il premier di non aver consultato i partiti della minoranza per stabilire la data del voto e ribadiscono il loro impegno in favore del No.
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Il Movimento 5 stelle giudica "grave" la decisione giunta al termine di "una indegna melina", Forza Italia prevede la vittoria dei contrari ("ora l'imperativo categorico - afferma Paolo Romani capogruppo al Senato - e' quello di essere uniti per un No fondamentale per le istituzioni e la democrazia"), e la Lega e Fratelli d'Italia, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, vedono nel 4 dicembre la data di licenziamento del premier.
Renzi si appella agli elettori. "Il risultato del referendum non dipende tanto da me, ma da tutti voi", afferma ancora nella lettera sui social. "La questione e' semplice - sottolinea - Vogliamo superare il bicameralismo paritario si' o no? Vogliamo ridurre il numero dei parlamentari si o no? Vogliamo contenere i costi delle istituzioni si o no? Vogliamo cancellare il Cnel si o no? Vogliamo cambiare i rapporti Stato Regioni che tanti conflitti di competenza hanno causato in questi 15 anni si o no?".
E' questo, osserva a proposito delle polemiche sulla scheda che gli italiani troveranno ai seggi, "il quesito referendario. Cosi' stabilito dalla Legge, non dal marketing. Ma potremmo ridurlo a un concetto piu' semplice. Vogliamo avere un Paese piu' stabile e piu' semplice o vogliamo tornare alle bicamerali D'Alema-Berlusconi o consegnarci a una strana forma di democrazia diretta in cui una srl di Milano controlla la democrazia interna di uno dei piu' grandi partiti del Paese e si lega ai propri amministratori da contratti privati con tanto di penali da pagare?".
Per il Partito democratico "domenica 4 dicembre sara' la volta buona per un'Italia piu' semplice", afferma il senatore, Andrea Marcucci, mentre per il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato, "si vota per cambiare il Paese". Debora Serracchiani, vice presidente del paritito, auspica infine "che ora possa iniziare un confronto nel merito e cessino le polemiche di contorno che nulla hanno a che fare con il senso profondo delle riforme". (AGI)